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Country Garden rinvia voto degli obbligazionisti su default

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Continuiamo a seguire il possibile default più discusso del momento, quello del più grande costruttore cinese, Country Garden. L’ultima novità è che l’azienda ha ieri rinviato il termine ultimo per chiudere la votazione dei suoi obbligazionisti. Questi sono chiamati a votare sulla proposta di rimandare di tre anni il pagamento del capitale preso in prestito con il bond 16 Bi Yuan 05. Si tratta di un pagamento da $535 milioni, che l’azienda dovrebbe effettuare la settimana prossima: salvo che il rinvio venga approvato dagli obbligazionisti, Country Garden sarebbe tenuta a ripagare questo bond il 2 settembre prossimo. Considerando che la società sta già affrontando il rischio di default su un’altra emissione di obbligazioni di entità nettamente più moderata, è pressoché impossibile che riesca a onorare il debito del 2 settembre.

La votazione sul rinvio avrebbe dovuto chiudersi con la fine della giornata di Borsa di venerdì. All’ultima ora disponibile per farlo, Country Garden ha però presentato la richiesta di rinvio. Adesso ci sarà tempo fino al 31 agosto per il voto dei detentori del bond, che saranno tenuti a decidere sul futuro dell’azienda più grande nel settore immobiliare cinese. Country Garden gestisce quattro volte più progetti immobiliari rispetto a Evergrande, il costruttore più indebitato al mondo che aveva già iniziato a far tremare il mercato immobiliare cinese nel 2021.

Adesso la domanda è se Country Garden riuscirà a uscire da questa situazione, o se la Cina si troverà di fronte al caso di bancarotta più grande della usa storia. Attualmente Country Garden impiega 300.000 dipendenti, senza considerare l’indotto della supply chain: anche per un’economia grande come quella cinese, un default di queste proporzioni avrebbe conseguenze importanti.

presentazione della notizia sul voto rimandato sulla scadenza dei bond di country garden
Il mercato immobiliare cinese rischia forti ripercussioni a cascata nel caso di default di Country Garden

Il termine spostato all’ultimo momento disponibile

Il management di Country Garden sta organizzando riunioni con i principali detentori della serie di obbligazioni 16 Bi Yuan 05 da mercoledì. Si tratta di un bond non quotato in Borsa, offerto direttamente a investitori istituzionali al momento dell’emissione. A questi è stato proposto di ricevere il pagamento della quota di capitale investita nei bond di Country Garden in rate dilazionate, cominciando da ottobre e arrivando fino al 2026. Nello specifico, gli obbligazionisti riceverebbero un pagamento del 2% del capitale investito a ottobre, novembre e dicembre di quest’anno. I restanti pagamenti sarebbero divisi in tranche: il 10% a settembre 2024, un altro 15% a settembre 2025, il 25% a marzo 2026 e infine il 44% restante a settembre del 2026.

Se gli obbligazionisti decidessero di approvare questa mozione, la società potrebbe tirare un sospiro di sollievo. Un sospiro comunque molto relativo, dal momento che i conti continuano ad andare male e che c’è già un’emissione di obbligazioni con pagamenti in ritardo. Il tutto unito al fatto che entro la fine del 2024, la società si troverà ad affrontare altri debiti da ripagare per oltre 1 miliardo di dollari. Non ci sono grandi prospettive, a meno che la situazione del mercato immobiliare cinese non cambi drasticamente nel corso dei prossimi mesi. Gli obbligazionisti potrebbero decidere di lasciare che la società affronti il default, cercando poi di rivalersi sugli asset che verrebbero lasciati disponibili per la vendita. Teoricamente alla data dell’ultimo bilancio disponibile Country Garden aveva più asset che debiti, per cui la bancarotta potrebbe essere l’unica scelta per gli obbligazionisti per rivedere il proprio capitale.

foto di un cantiere di Country Garden
Molti dei cantieri di Country Garden giacciono abbandonati per mancanza di fondi con cui completare i lavori

Cosa succederebbe in caso di default?

Un default di Country Garden avrebbe diverse conseguenze. A livello societario, gli asset sarebbero liquidati e i proventi delle vendite dei cantieri e degli appartamenti sarebbero utilizzati per ripagare gli investitori che hanno obbligazioni in portafoglio, oltre agli altri debiti con le banche e con i fornitori. Ovviamente, però, le ricadute sull’economia sarebbero decisamente più macroscopiche. Liquidare il portafoglio di Country Garden in un unico momento vorrebbe dire penalizzare in un modo estremamente significativo tutto il comparto immobiliare cinese. Visto l’immediato aumento dell’offerta che comporterebbe la decisione di liquidare il portafoglio di immobili, i prezzi finirebbero per scendere rapidamente. Il tutto nel quadro di un mercato che è già in fase ribassista dal 2021, quando Evergrande ha sfiorato il default.

Inoltre ci sarebbero 300.000 dipendenti da riallocare, molti dei quali non stanno già ricevendo lo stipendio da gennaio. Per chi compra immobili sarebbe un segnale di forte sfiducia, dunque la domanda si abbasserebbe molto probabilmente fin dal primo momento. La diminuzione della domanda sarebbe un altro contributo alla diminuzione dei prezzi degli immobili. Come conseguenza, non è assolutamente detto che Country Garden riuscirebbe realmente a ottenere dalle vendite una liquidità sufficiente a ripagare tutti i suoi debitori. Ci potrebbe essere infine un effetto domino sugli altri grandi costruttori, che avrebbero difficoltà a far fronte ai loro stessi debiti considerando le ripercussioni sui prezzi degli immobili e sulla domanda di mercato. Insomma un default di Country Garden potrebbe provocare un effetto-valanga che andrebbe molto oltre la singola società, ed è per questo probabile che sia nel migliore interesse di tutti provare a evitare questo default.

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