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Dati dalla Cina migliori delle aspettative. Borse comunque giù
I dati che arrivano dalla Cina sono ottimi e molto al di sopra del consenso che si era formato tra gli analisti. Mentre impazza ancora un sentiment negativo sulla tenuta di Pechino, arrivano i dati a confermare che la situazione potrebbe essere meno complicata di quanto preventivato. Cresce in modo importante il PIL, su la produzione industriale, su anche le vendite retail, che erano il dato che si attendeva con maggiore preoccupazione.
Tutti i dati – fatta eccezione per quella sugli investimenti nei fixed asset sono sensibilmente al di sopra delle previsioni e per quanto non straordinari rispetto a quelli ai quali la Cina ci aveva abituato, rimangono uno spunto molto interessante per le valutazioni di chi vorrà investire, tanto sugli asset di Shanghai quanto su quelli delle economie limitrofe. I dati hanno tuttavia fallito nel sostenere l’andamento della borsa di Shanghai, che come il resto delle borse asiatiche si trovano in netta difficoltà.
Dalla Cina tutto ok: i numeri fanno ben sperare
I dati, almeno se letti per via aggregata, sono incoraggianti. La produzione industriale della Cina conferma il dato del mese precedente, a +4,5%, valore leggermente superiore a quello fissato dalle aspettative degli analisti, che si aspettavano un leggero rallentamento.
Ottimo il dato dei consumi retail, dato sul quale si concentravano le maggiori preoccupazioni: +5,5%, in crescita importante rispetto al +4,6% del mese precedente e anche rispetto alle previsioni che si attestavano al +4,9%. Altri dati interessanti riguardano il PIL, con l’economia cinese che cresce anno su anno del 4,9%, rispetto alle previsioni che invece puntavano a un più modesto +4,4%. I dati sembrano essere quelli di un’economia in salute, o comunque più in salute di quanto preventivato dagli analisti. Giù anche la disoccupazione in contesto urbano, che dal 5,2% di agosto scende al 5,0%.
Sono dati che sembrano essere in controtendenza rispetto agli allarmi lanciati anche dalle principali banche d’affari, che vedono nella Cina il grande malato di una fase economica comunque non eccezionale a livello globale.
Rimangono comunque preoccupazioni importanti
Nonostante i buoni dati, Shanghai perde in modo sostanzioso, complici preoccupazioni che non saranno certo dissolte dai dati arrivati nel cuore della notte. La prima è certamente la situazione del mercato immobiliare cinese, i cui dati saranno diffusi di nuovo tra pochi giorni, senza che sia prevista alcuna inversione del trend. La crisi dei principali gruppi del mondo real estate è aperta e – per molti – irreversibile.
Pesano poi anche i venti di guerra commerciale tanto con gli Stati Uniti quanto con l’Unione Europea. Washington ha confermato ulteriori restrizioni per l’accesso ai chip più performanti, mentre a Bruxelles monta il fronte protezionista su due settori che continuano a trainare l’economia cinese: nello specifico la produzione di pannelli solari e di veicoli elettrici.
Veicoli elettrici al centro del prossimo scontro
Sul tema Kelvin Chan ha pubblicato un lungo approfondimento per Associated Press: nonostante gli sforzi della politica per contenere la diffusione dei veicoli elettrici cinesi, al grande pubblico europeo sembrerebbero piacere molto. I prezzi sono molto competitivi – secondo Bruxelles grazie a ricchi aiuti di stato – e il ritardo cronico dei produttori europei sul settore certamente non aiuta.
L’indagine recentemente lanciata dalla Commissione Europea sugli aiuti di stato cinesi potrebbe rallentare il flusso di veicoli che però sul mercato, ricorda Chan, stanno vincendo. Per quanto si possa ritenere mercato un sistema nel quale i vantaggi offerti dalla Repubblica Popolare – in termini anche fiscali – pongono i produttori che scelgono la Cina in una situazione, dicono a Bruxelles, di assoluto vantaggio.
Per quanto i dati arrivati dall’economia cinese siano migliori delle aspettative – ci sono dunque motivi per ritenere la situazione ancora lontana dalla tranquillità.