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Dati inflazione USA migliori delle aspettative: mercati pronti a reagire?

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Arrivano i dati sull’inflazione USA e sono leggermente migliori delle aspettative fissate dal consenso dei principali esperti. I dati arrivati da Washington riportano +3,2% per l’inflazione Core anno su anno (previsioni a +3,2%) e per l’inflazione classica +2,9% (previsioni fissate dal consenso a +3,0%). Sono dati che però sono meno importanti dagli altri – quelli sul mercato del lavoro e sulla disoccupazione che finiranno per indirizzare le prossime decisioni del FOMC sui tassi di interesse. Decisioni che arriveranno il prossimo 18 settembre.

Un appuntamento che vede i mercati ancora divisi, in termini di aspettative, tra i tagli da 50 punti base e invece tagli da soli 25 punti base. Tagli da 50 bps che sarebbero però al tempo stesso un segnale importante di una crisi impellente, che segnalerebbe le preoccupazioni di Federal Reserve ai mercati per quanto riguarda l’arrivo di un’eventuale recessione.

Come leggere i dati sull’inflazione

Sono stati dati leggermente inferiori alle aspettative fissate dai mercati, che indicano un aumento dell’indice dei prezzi sotto le attese per la CPI classica, mentre la Core è stata perfettamente allineata, per quanto si rimanga comunque lontani ancora dal target del 2% fissato da Federal Reserve.

Si attende ora, all’apertura delle contrattazioni a New York, la reazione dei mercati a questa notizia, per quanto sul medio periodo il dato sull’inflazione continuerà a perdere rilevanza, in particolare se dovesse essere confermato il trend di ritorno verso il 2%. Durante l’ultima apparizione pubblica di Jerome Powell, presidente di Federal Reserve, erano state comunicate preoccupazioni su un eventuale rimbalzo dell’inflazione come è arrivato a inizio 2024, preoccupazioni che sono il motivo che hanno portato Fed a muoversi più cautamente rispetto alla Banca Centrale Europea.

Quel che è certo è che passata la fase di reazione istintiva da parte dei mercati, ci sarà da valutare con respiro più ampio il dato, anche alla luce dei tanti data point che arriveranno da qui al prossimo 18 settembre. A premere di più saranno di nuovo i dati sul mercato del lavoro e la disoccupazione, con l’ipotesi tagli anticipati che dovrebbe essere definitivamente tolta dal tavolo delle opzioni percorribili.

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