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Dati inflazione USA: le aspettative non sono delle migliori. Cosa potrebbe cambiare il trend del dollaro USA?

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Mercoledì 12 giugno sarà un giorno complicato per i mercati del Forex, in una sei ore che potrebbe cambiare in modo importante le carte in tavola e principalmente le aspettative sul dollaro USA e la sua traiettoria sul mercato. Alle 14:30 ora italiana avremo infatti i dati sull’inflazione. Sei ore più tardi invece parlerà Jerome Powell, che dovrà presentarsi in pubblico a margine della decisione sui tassi di interesse. Decisione per ora molto scontata e che non potrà cambiare radicalmente durante la striminzita finestra temporale che ci separa appunto da mercoledì.

Sarà un Jerome Powell che tornerà a parlare di Fed data driven, ovvero guidata nelle sue scelte al 100% dai dati che arriveranno. Rimarrà pertanto molto più interessante valutare i numeri dell’inflazione, per quanto le aspettative parlino, ad oggi, di dati statici e quasi perfettamente identici rispetto a quelli del mese precedente. Cosa che confermerebbe a questo punto un’inflazione sticky oltre ogni previsione e che dunque spingerebbe ancora una volta i falchi all’interno dell’istituto verso il dominio totale delle prossime decisioni. Sarebbe infatti assai difficile, anche alla luce degli ultimi dati sul mercato del lavoro, giustificare anche soltanto il ritorno ad una discussione su cosa fare dei tassi e su quando abbassarli.

Mercoledì ci saranno anche i dati sull’inflazione

Per l’inflazione negli USA aspettative ancora fosche

Le aspettative sui prossimi dati dell’inflazione USA non sono il meglio. Ci si aspetta una CPI a 3,4%, perfettamente in linea con quella del mese precedente su base annua, mentre ci si aspetta un miglioramento più netto su quella mensile, ovvero a 0,1%. Per quanto riguarda l’inflazione Core, che è quella poi alla quale guardano con maggiore attenzione i membri votanti di Federal Reserve, le aspettative sono per un abbassamento al +3,5%, rispetto al +3,6% del mese precedente. Una situazione certamente non idilliaca e che conferma come l’inflazione sia un mostro che non è stato ancora battuto, nonostante un lungo periodo di politiche monetarie restrittive.

Non è un buon segnale: nonostante in tanti, soprattutto dai mercati finanziari, chiamino ormai da tempo tagli ai tassi che potrebbero aiutare a spingere ancora più in alto le quotazioni dei principali titoli sulle principali borse, ci sarà ancora strada da fare. Di tagliare prima di settembre, in queste condizioni, non se ne parlerà. E questo sarà carburante per un dollaro USA che è tra le grandi sorprese del 2024 (basta guardare alle analisi di fine 2023 d’altronde per rendersi conto di quanto di sorpresa abbia colto il grosso degli operatori di mercato).

Il puzze di Federal Reserve è ancora impossibile da risolvere

Si gioca, come sempre, sulle aspettative

Si gioca sulle aspettative, ancora una volta, per quanto negli ultimi mesi e per gli ultimi dati difficilmente ci si sia discostati dai risultati che erano stati anticipati dai principali analisti. Sarà un mercoledì per stomaci forti, di quelli che potrebbero far registrare un’intera sessione dominata dal nervosismo, per quanto lo spazio di incertezza sia davvero minimo, sia per l’appuntamento alle 14:30 ora italiana, sia per quello alle 20:00 e poi alle 20:30.

Cosa conterà? Conterà il risultato rispetto alle aspettative già scontate dai mercati, così come conteranno, ancora una volta, i toni di Jerome Powell, storicamente molto tranquilli e moderati, ma che potrebbero tradire un certo nervosismo ai piani più alti di Federal Reserve. Per adesso ci sarà soltanto da aspettare, con le scommesse sul dollaro USA che potrebbero però presto iniziare a correre, in entrambi i sensi, in avvicinamento alla giornata della tensione massima. Un mercoledì da leoni, nonostante la Champions League sia stata già assegnata e nonostante il clima estivo inviti i più a prendersi una pausa.

Ma sarà, non ce ne vogliano i nostri lettori, un’estate con poco, anche se meritato, riposo, almeno per chi opera sul mercato del Forex.

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