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Stellantis: dati pessimi dalla Francia. Perde il 2,9% di mercato in un anno
Il grande malato dei mercati europei è il settore dell’auto, questione confermata anche dall’arrivo delle minacce di chiusura degli stabilimenti tedeschi da parte di Volkswagen. Il malato dei malati, almeno in Francia, sembrerebbe essere però Stellantis, con il gruppo che ha fatto registrare un -31,7% nelle immatricolazioni, contro una media di mercato comunque pessima, ma migliore e fissata intorno al -24,3%. Una situazione che ha spinto in basso il titolo nella seduta mattutina, salvo poi lasciare spazio ad un relativo rimbalzo.
Il titolo chiude comunque la sessione in rosso, in una giornata particolare anche perché priva delle contrattazioni USA: NASDAQ e NYSE sono infatti chiusi per il Labor Day e riapriranno i battenti soltanto nella giornata di domani. Con i pessimi dati che arrivano dalla Francia, ora c’è grande attesa anche per quelli italiani, che dovranno confermare o smentire il cattivo stato di forma del gruppo guidato da Carlos Tavares, che tra le altre cose proprio in Italia è impegnato in negoziazioni dure con il governo in carica.
Francia amara per Stellantis
Chi credeva che il gruppo avrebbe potuto spadroneggiare almeno in Francia – che viene ritenuta con un po’ di malizia la parte forte della fusione – dovrà ricredersi. I numeri registrati da Stellantis per le immatricolazioni ad agosto sono di quelli che fanno tremare i mercati e che hanno infatti portato il titolo a -2% nella sessione mattutina a Piazza Affari. Una sessione che poi ha leggermente migliorato il suo andamento nel pomeriggio, chiudendo comunque a 0,78%.
Pesano dati generali per il mondo auto densi di preoccupazioni (immatricolazioni crollate del 24,3% per il mese di agosto), in un contesto dove Stellantis riesce a fare peggio di tutte, lasciando anno su anno una quota di mercato sulla piazza francese del 2,9%.
Una situazione che si aggiunge alle tante già attive per Stellantis, tanto negli USA (con lo scontro ormai quasi perpetuo con i sindacati), quanto in Italia, con problemi con il governo italiano che sembrerebbero essere lontani dal risolversi.
Problemi che riguardano produzioni da garantire – ma impossibili da prevedere con questi dati – e di impegni per gli investimenti che appaiono più che mai gravosi proprio in virtù di dati di vendite – anche in prospettiva – mai così difficili da digerire.
Settore auto: il più grande grattacapo per la politica UE
Il settore auto gode di un ruolo di rilevanza particolare per Italia, Francia e Germania e più in generale per l’Unione Europea. Un settore che comincia a mostrare segnali di grande difficoltà dai quali – secondo gli analisti – difficilmente si potrà uscire a colpi di dazi, come quelli recentemente aggiunti alle produzioni cinesi.
Difficoltà che diventano una patata bollente più nelle mani dei governi che in quelle dei CdA dei gruppi dell’auto: il comparto vale decine di migliaia di addetti diretti e nell’indotto – e la questione può rapidamente trasformarsi in questione invero più di politica tout court che di politica industriale.
Una questione che renderà l’autunno che ci aspetta e che è in arrivo particolarmente caldo.