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Fed indecisa: 25 o 50 punti base nei tagli di mercoledì?
Mercoledì 18 settembre il FOMC, la riunione che decide sulla politica monetaria degli Stati Uniti d’America, sarà chiamato ad esprimersi sul taglio ai tassi, il primo di questo ciclo. L’incertezza regna ancora sovrana: se fino a venerdì sembrava essere scontato un taglio di 25 punti base, lunedì le borse apriranno scontando al 50/50 la possibilità di un taglio di 50 punti base, per una riunione che sarà la più imprevedibile di tutto il ciclo in corso. Unica certezza sarà quella di vedere il primo taglio da parte del FOMC.
Ulteriore incertezza arriverà poi dai dot plot, il grafico che viene realizzato chiedendo ai membri votanti del FOMC delle proiezioni sui tassi di interesse di 3 mesi in 3 mesi. Proiezioni che non hanno certamente il dono dell’infallibilità, ma che nondimeno finiranno per condizionare i mercati. Gli appuntamenti importanti saranno alle 20:00, con la decisione che sarà resa pubblica – e poi alle 20:30, quando Jerome Powell terrà occupati i giornalisti con la consueta conferenza stampa. Conferenza stampa che servirà sia di spiegazione aggiuntiva per i dot plot, sia invece per cercare di capire le ragioni che avranno portato all’una o all’altra decisione di politica monetaria.
Tempi maturi per i tagli: ma di quanto si interverrà?
Che i tempi siano maturi per i tagli è ormai palese. Tutti i principali presidenti delle divisioni locali di Federal Reserve si sono espressi senza mezzi termini a favore dell’arrivo del primo taglio ai tassi di interesse negli Stati Uniti. L’incertezza riguarda dunque soltanto il quanto: si procederà da subito con un taglio da 50 punti base, che finirebbe per riallinearsi con la Banca Centrale Europea, che ha già tagliato – durante questo ciclo – i tassi per ben 2 volte.
Nel caso in cui Federal Reserve dovesse dunque decidere per i 50 punti base, ci troveremmo davanti ad una situazione di perfetta parità tra i due istituti, che però al tempo stesso segnalerebbe da parte di Federal Reserve l’ammissione di un ritardo che si è accumulato nel prendere la decisione di cui sopra.
Jerome Powell e i suoi sodali si erano infatti più volte espressi a favore di una cautela nel tagliare, dovuta principalmente al timore di offrire una sponda all’inflazione per rimbalzare, di nuovo, verso l’alto.
Ora la lettura è però certamente più semplice: per quanto possa rimanere alto il rischio di un assist all’inflazione, è ritenuto altrettanto se non più pericoloso un potenziale ritardo nel far respirare l’economia attraverso un accesso più economico alla liquidità.
Arcano svelato mercoledì, ma per il resto…
L’arcano sarà svelato mercoledì, quando Jerome Powell dovrà cercare anche di spiegare quali sono gli orientamenti per il futuro di Federal Reserve in termini di politica monetaria.
Con ogni probabilità, seguendo quanto Powell ha affermato anche in passato, il Presidente di Federal Reserve non si sbilancerà – e lascerà per l’istituto che presiede tutte o quasi le porte aperte. Porte aperte che vorranno dire aspettare i dati prima di prendere una decisione nell’uno o nell’altro senso.
Questo nonostante arriveranno, pressanti, le richieste da parte dei giornalisti presenti per quanto riguarda anticipazioni sulle possibili decisioni future della principale banca centrale del mondo.