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Deutsche Bank, i leader europei rassicurano gli animi

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Durante il vertice europeo di due giorni a Bruxelles, i leader dell’Unione Europea hanno insistito nell’affermare che le banche in tutta l’eurozona sono resilienti, stabili e forti. Parole che sembrano essere in netto contrasto con la realtà dei mercati finanziari, dove Deutsche Bank, la più grande banca tedesca, ha visto crollare le sue azioni di quasi il 15% nella giornata di venerdì.

Il settore bancario sta attraversando un momento difficile, con il salvataggio supportato dallo Stato di Credit Suisse e la turbolenza tra le banche regionali statunitensi che alimentano le preoccupazioni a livello globale.

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che non vi sono motivi di preoccupazione per Deutsche Bank, poiché la banca ha modernizzato e riorganizzato il suo modello di business ed è ben capitalizzata, respingendo così il paragone con Credit Suisse. Paschal Donohoe, presidente dell’Eurogruppo, si è mostrato invece ottimista sulla salute delle banche europee in generale, ma le parole nei confronti di Deutsche Bank sono state particolarmente caute, affermando di essere a conoscenza degli sviluppi del mercato e di non voler commentare al momento visti i continui cambiamenti delle condizioni.

I leader politici continuano a spendere parole positive nonostante gli eventi negativi che si susseguono

Il crollo di Deutsche Bank

I mercati finanziari sono stati scossi dalla caduta di Silicon Valley Bank, la più grande banca americana a fallire dal 2008, e dalla presa in carico governativa di Credit Suisse. Nonostante le ripetute rassicurazioni dei leader politici, gli investitori continuano a mostrare evidenti segnali di preoccupazione, spingendo le azioni ad oscillare vertiginosamente.

Le azioni di Deutsche Bank sono state colpite duramente, perdendo più di un quinto del loro valore in meno di un mese: sono scese del 14,9% venerdì, ai minimi degli ultimi cinque mesi. La più grande banca tedesca ha visto cancellati $3 miliardi dal suo valore di mercato in appena una settimana.

Inoltre, alcuni dei bond della banca sono stati venduti: in particolare, i suoi bond in dollari Additional Tier-1 al 7,5% sono scesi di quasi 6 centesimi a 70,054 centesimi, portando il rendimento interno al 27%, quasi il triplo rispetto a due settimane fa. Gli AT1 emessi dalle banche sono stati messi sotto pressione dopo che Credit Suisse è stata costretta a svalutare 17 miliardi di dollari di AT1 come parte di una forzata acquisizione da parte di UBS lo scorso fine settimana.

L’indice STOXX 600 delle banche europee, che non include le azioni di Credit Suisse o UBS, ha visto una delle sue settimane di trading più volatili dell’anno: è sceso del 5,1%, con una prospettiva di calo mensile di quasi il 20%. I segnali di stress del mercato finanziario sono stati amplificati, con l’euro che ha perso terreno rispetto al dollaro, i rendimenti dei bond governativi della zona euro in calo e i costi dell’assicurazione contro i default bancari in aumento, nonostante le rassicurazioni dei policymaker sulla sicurezza del sistema bancario globale.

Anche gli Stati Uniti si sono espressi in merito alle preoccupazioni degli investitori, con il Dipartimento del Tesoro che ha tentato di rassicurare gli animi affermando che il sistema bancario degli Stati Uniti è sano e resistente. La riunione è stata presieduta dalla Segretaria del Tesoro, Janet Yellen, le cui dichiarazioni sono state attentamente seguite per capire fino a che punto le autorità sono disposte a sostenere il settore bancario dopo il crollo della Silicon Valley Bank e della Signature Bank.

I credit default swaps di Deutsche Bank

Il crollo di Deutsche Bank è stato attribuito ad un aumento dei credit default swaps, che riflettono i costi dell’assicurazione contro un possibile default sul debito di una banca.

L’aumento dei credit default swaps ha portato al crollo della Deutsche Bank

Il credit default swap è un contratto con il quale il detentore di un credito, il protection buyer, si impegna a pagare una somma fissa periodica a favore della controparte, il protection seller, che si assume invece il rischio di credito gravante su quella attività nel caso in cui si verifichi un evento di default futuro ed incerto, il cosiddetto credit event. Tuttavia, l’utilizzo dei CDS è stato criticato per aver aumentato il rischio sistemico nel sistema finanziario globale, poiché sono stati utilizzati come strumento per scommettere contro l’insolvenza delle istituzioni finanziarie, invece che come copertura contro tale rischio.

I credit default swaps di Deutsche Bank sono saliti venerdì sopra i 220 bps, il valore più alto raggiunto dal 2018, rispetto ai 142 bps di soli due giorni prima, sulla base dei dati di S&P Market Intelligence. I CDS per le principali banche europee sono in realtà aumentati in tutto il mondo venerdì, riflettendo le paure degli investitori nel portare avanti qualsiasi rischio.

Nonostante la turbolenza degli ultimi giorni, gli analisti continuano a sottolineare che le banche centrali europee sono intenzionate a mantenere i mercati stabili, essendo oggi più capitalizzate e regolamentate rispetto al 2007, appena prima della crisi finanziaria globale.

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