News Green Economy

Diesel rinnovabile: RioTinto rivoluziona industria mineraria

Pubblicato

il

Rio Tinto Minerals, il gruppo aziendale diversificato con interessi nell’estrazione e nella lavorazione di borati, sale e gesso facente parte di Rio Tinto Group, un gruppo multinazionale anglo-australiano che si occupa di ricerca, di estrazione e di lavorazione di risorse minerarie, ha annunciato venerdì 2 giugno di aver completato con successo la transizione totale dei suoi macchinari pesanti dall’utilizzo di diesel proveniente da fonti fossili a quello di diesel rinnovabile presso la sua miniera di Boron, in California, nota come U.S. Borax, la più grande miniera a cielo aperto dello Stato e la più grande miniera di borace del mondo, che produce quasi la metà dei borati a livello globale.

Questa mossa ha permesso alla cava di diventare la prima miniera a cielo aperto al mondo a raggiungere questo traguardo. Il passaggio al diesel rinnovabile comporta una riduzione prevista delle emissioni di anidride carbonica equivalente fino a 45.000 tonnellate ogni anno, pari all’eliminazione delle emissioni annuali di circa 9.600 automobili.

Rio Tinto compie un passo avanti nella decarbonizzazione convertendo la flotta di macchinari di Boron al diesel rinnovabile

La prima miniera a cielo aperto al mondo a passare al diesel rinnovabile

Sinead Kaufman, l’amministratrice delegata di Rio Tinto Minerals, ha dichiarato che la società è orgogliosa che le sue operazioni di Boron siano diventate la prima miniera a cielo aperto a utilizzare un intero parco macchine alimentato interamente da diesel rinnovabile. Questo è un ottimo esempio di ciò che accade quando partner interni ed esterni collaborano per raggiungere un obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio, ha aggiunto.

Kaufman ha, inoltre, affermato che la transizione a Boron rappresenta un importante primo passo e senza dubbio porterà ad ulteriori opportunità per decarbonizzare le operazioni globali di Rio Tinto. Il diesel rinnovabile è, infatti, una delle diverse soluzioni sostenibili che la società sta utilizzando per trasformare le sue attività. Il sostegno dello Stato della California è stato incredibilmente importante, in quanto senza la loro visione tutto questo non sarebbe stato possibile, ha concluso l’amministratrice.

Una fase di prova iniziale per passare dal diesel fossile al diesel rinnovabile in un camion da trasporto di U.S. Borax è stata condotta con successo nel corso del 2022 in collaborazione con Neste Oyj, una compagnia finlandese di raffinazione, trasporto e vendita di petrolio e diesel rinnovabile, e Rolls-Royce Limited, un’azienda produttrice di auto inizialmente e in seguito anche di motori aeronautici e diesel. Durante l’esperimento, è stato utilizzato il Neste MY Renewable Diesel™, un carburante prodotto con materie prime al 100% rinnovabili provenienti da fonti sostenibili, come olio da cucina usato e grasso animale di scarto, e che è in grado di ridurre le emissioni di gas serra fino al 75% nel ciclo di vita del carburante rispetto al diesel fossile.

Questa conversione al diesel rinnovabile supporta gli obiettivi di decarbonizzazione globali di Rio Tinto

I risultati ottenuti hanno dimostrato che i camion alimentati con diesel rinnovabile offrono prestazioni e affidabilità paragonabili a quelli alimentati con diesel convenzionale. Sulla base di questi risultati positivi, quindi, Rio Tinto ha deciso di collaborare con Rolls-Royce, Neste, l’Agenzia statunitense per la Protezione dell’Ambiente (United States Environmental Protection Agency, EPA) e lo Stato della California per effettuare una transizione completa della sua flotta di macchinari pesanti al diesel rinnovabile entro la fine di maggio 2023. Questo passaggio coinvolge tutti i macchinari pesanti presenti sul sito, inclusi i camion per il trasporto e le pale caricatrici, e il diesel rinnovabile viene utilizzato persino per la sabbiatura.

Questa conversione al diesel rinnovabile supporta gli obiettivi globali di decarbonizzazione di Rio Tinto, che mira a ridurre le emissioni Scope 1 e 2 (ovvero quelle dirette da fonti possedute o controllate e quelle indirette derivanti dalla generazione di energia acquistata, rispettivamente) del 50% entro il 2030 e a raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050. La società stima che le emissioni di carbonio derivanti dall’uso di diesel nel suo parco macchine mobile e nel settore ferroviario abbiano rappresentato il 13% delle sue emissioni di Scope 1 e 2 nel 2022.

Recentemente, l’azienda ha acquistato azioni di Energy Resources of Australia (ERA), una società pubblica con sede in Australia, per un valore di 319 milioni di dollari australiani (circa 216,54 milioni di dollari) per contribuire a finanziare i costi di risanamento di una ex miniera di uranio nel Territorio del Nord e il cui sito è circondato dalla foresta pluviale del parco nazionale di Kakadu.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version