News, Materie prime

Rio Tinto acquista azioni di ERA per una miniera di uranio

Avatar di Chiara Ricciato
Written by Chiara Ricciato
Animata da un vivo interesse per l'analisi fondamentale delle aziende e le dinamiche interne, questo individuo si distingue per la sua curiosità e versatilità. È costantemente alla ricerca di nuove informazioni per arricchire il proprio sapere, dedicandosi alla lettura di report finanziari trimestrali per mantenere un'aggiornata comprensione del mercato.
Scopri i nostri principi editoriali

Rio Tinto Group, un gruppo multinazionale anglo-australiano che si occupa di ricerca, di estrazione e di lavorazione di risorse minerarie, ha dichiarato martedì 4 aprile che acquisterà azioni di Energy Resources of Australia (ERA), una società pubblica con sede in Australia, per un valore di 319 milioni di dollari australiani (circa 216,54 milioni di dollari) per contribuire a finanziare i costi di risanamento di una ex miniera di uranio nel Territorio del Nord. Il sito è circondato dalla foresta pluviale del parco nazionale di Kakadu.

L’ERA è una filiale del gruppo Rio Tinto, che dal 2021 possiede l’86,3% della società.

immagine di presentazione della notizia su Rio Tinto che acquista azioni di ERA per circa 216 milioni di dollari
Il principale azionista di ERA, il gigante minerario Rio Tinto, ha assunto l’impegno vincolante di acquistare azioni della società per un valore di 319 milioni di dollari australiani

L’ERA spera di continuare la riabilitazione della miniera di uranio

L’operatore di una miniera di uranio dismessa nel Parco Nazionale di Kakadu spera di raccogliere 369 milioni di dollari per continuare a pagare le spese di riabilitazione, visto che i fondi attuali dovrebbero esaurirsi entro la fine di settembre. L’ERA sta cercando di trovare il denaro sufficiente per riportare la miniera di uranio di Ranger, a 250 chilometri a est di Darwin, allo stato pre-minerario, dopo la chiusura delle operazioni nel gennaio 2020.

L’azienda ha già speso circa 524 milioni di dollari per i lavori di riabilitazione, il cui conto totale è stato stimato tra 1,6 e 2,2 miliardi di dollari, cifra che è stata rivista. Non avendo dunque alcun flusso di entrate, ERA si è rivolta a un’offerta di azioni per raccogliere fondi per la bonifica della miniera. In un annuncio pubblicato martedì, la società ha dichiarato che offrirà le sue azioni a 0,02 dollari australiani, con uno sconto del 90% rispetto all’ultima chiusura del titolo a 0,205 dollari australiani.

Rio Tinto, l’azionista di maggioranza di ERA, che possiede e gestisce il sito della miniera di Ranger, ha quindi subito pressioni per finanziare i costi di bonifica. Il gigante minerario ha dunque assunto l’impegno vincolante di acquistare azioni della società per un valore di 319 milioni di dollari, mentre due azionisti minori, Packer & Co. e Zentree Investments, si sono impegnati per altri 36 milioni di dollari.

Il potere di voto di Rio Tinto in ERA potrebbe aumentare fino all’89,1% dall’attuale 86,3% in seguito al completamento dell’aumento di capitale.

Anche se l’offerta sarà interamente sottoscritta, ERA avrà bisogno di altri 210-756 milioni di dollari australiani per finanziare i restanti costi di risanamento, ha dichiarato la società, aggiungendo che probabilmente non riuscirà a rispettare la scadenza di gennaio 2026.

L’amministratrice delegata di Rio Tinto per l’Australia, Kellie Parker, ha dichiarato che la società è impegnata a garantire che la riabilitazione critica di Ranger sia completata secondo uno standard che stabilisca un ambiente simile a quello dell’adiacente Parco Nazionale di Kakadu.

L’approvazione della popolazione indigena locale Mirarr

La miniera di uranio e il progetto di sviluppo della vicina concessione per l’uranio di Jabiluka sono stati oggetto di alcune delle più grandi proteste ambientali in tutta l’Australia nel 1998, con un blocco di otto mesi e 500 arresti, dopo l’opposizione della popolazione indigena locale Mirarr.

Il governo australiano, inoltre, ha documentato più di 200 incidenti ambientali nella miniera tra il 1979 e il 2003.

Dopo l’annuncio dell’ERA di martedì, invece, l’amministratore delegato della Gundjeihmi Aboriginal Corporation, Justin O’Brien, che rappresenta i proprietari tradizionali di Mirarr, ha dichiarato di aver accolto con favore lo sforzo di raccolta di capitali per questo progetto.

Nonostante ciò, si è detto allarmato nello scoprire che i fondi operativi di ERA saranno esauriti entro settembre. Qualsiasi cosa che affronti gravi carenze di fondi come questa è benvenuta, ha aggiunto. Inoltre, si è anche mostrato preoccupato dal fatto che, in una fase così avanzata della vita della miniera di Ranger, non si abbia ancora il costo completo della riabilitazione.

immagine di una miniera di uranio abbandonata
ERA spera di raccogliere 369 milioni di dollari per continuare la riabilitazione della miniera di uranio Ranger nel Kakadu

Come verranno utilizzati i fondi raccolti per la riabilitazione

L’ERA ha dichiarato che il denaro che spera di raccogliere le consentirà di finanziare i lavori pianificati a Ranger fino alla fine del 2024, mentre valuterà le opzioni di finanziamento disponibili per gli importi aggiuntivi al momento opportuno, che potrebbero includere un ulteriore aumento di capitale nel 2024, secondo quanto si legge in un comunicato dell’azienda.

La società, tuttavia, utilizzerà i proventi anche per rimborsare in parte un prestito di 100 milioni di dollari australiani concesso da Rio Tinto e utilizzato il mese scorso.

Il presidente indipendente dell’azienda, Rick Dennis, ha dichiarato che la società continua a impegnarsi per la riabilitazione completa dell’area del progetto Ranger per le persone e per il Paese, anche rispettando tutti i suoi obblighi statutari e contrattuali. L’annuncio di martedì è una parte importante di questo impegno, ha aggiunto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *