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Dollaro debole per via dei dati sul mercato del lavoro

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Lo si aspettava da tempo: un segnale del fatto che la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve avrebbe impattato il mercato del lavoro. Siamo ancora molto lontani da poter parlare di un problema di disoccupazione negli Stati Uniti, ma si iniziano a intravedere delle crepe che riportano in auge le conversazioni su una possibile recessione. Il dollaro americano ne risente sul mercato Forex, attraversando una forte giornata di volatilità. Specialmente volatile il cambio con la sterlina inglese, dopo i dati sull’inflazione di ieri che segnalano ancora una forte pressione sui prezzi nel Regno Unito.

Nella giornata di oggi sono stati pubblicati dal Department of Labor americano due dati nello specifico:

  • Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, con 245.000 nuovi richiedenti contro un’attesa di 240.000;
  • I rinnovi delle richieste dei sussidi di disoccupazione, con 1.865 milioni di richiedenti contro un’attesa di 1.820 milioni.

Lo scarto, come si può facilmente notare, non è alto e non è ancora sufficiente per far davvero preoccupare gli investitori per la tenuta dell’economia. Nonostante ciò, tutti i principali indici di Borsa americani hanno segnato dei risultati negativi. Hanno fatto male soprattutto i titoli legati a industria e manifattura, i più sensibili a questo tipo di dati macroeconomici.

I dati positivi per il mondo del lavoro sono quelli che hanno realmente mantenuto l’ottimismo sui mercati negli ultimi mesi, malgrado i rialzi dei tassi

Cambiamento di direzione per il mercato del lavoro

Il motivo per cui i mercati azionari e il Forex hanno reagito così forte agli ultimi dati sul lavoro negli Stati Uniti non sono tanto i 5.000 posti di lavoro persi in più rispetto alle attese, né le 45.000 richieste di rinnovi di sussidi di disoccupazione in più. Quello che ha colpito è che per la prima volta in tanti mesi si nota un cambiamento di rotta per quanto riguarda l’occupazione. In questi mesi, malgrado i tassi di interesse in rialzo, la disoccupazione ha continuato a toccare nuovi record e le aziende si sono dimostrate molto assetate di forza lavoro.

Con l’eccezione di Big Tech, che proviene da un periodo difficile, in quasi tutti gli altri settori i posti di lavoro sono aumentati nel corso degli ultimi mesi. Si sapeva, però, che prima o poi le mosse della Federal Reserve pensate per abbassare il tasso di inflazione avrebbero portato a un cambiamento di rotta. Magari è ancora presto per decretare che questo sia un trend di lungo termine, ma di certo gli investitori hanno iniziato a ricalcolare i possibili scenari che potrebbero presentarsi in caso di un aumento non previsto della disoccupazione.

Il grafico mostra l’andamento dei rinnovi di richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti negli ultimi due anni

L’impatto sul dollaro e sull’incertezza

Per quanto riguarda il Forex, attualmente i mercati stanno registrando volatilità e un generale rafforzamento delle altre valute sul dollaro americano. Detto questo, ci vorrà ancora tempo prima che questi dati siano prezzati all’interno del tasso di cambio. In questo momento è impossibile dire se i dati pubblicati dal Dipartimento del Lavoro siano l’inizio di un trend duraturo o un’eccezione dovuta alla semplice natura variabile dei dati statistici di breve termine. Il fatto è che proprio l’incertezza, di solito, genera momenti di ribassi per i mercati finanziari: in mancanza di certezze, di solito i capitali tendono a muoversi verso asset prudenti.

Anche il mondo delle criptovalute sembra aver risentito della notizia, con tutte le principali crypto che vedono calare la propria quotazione -a eccezione, naturalmente, delle stablecoin- e volumi in diminuzione. Sembra che gli ultimi dati sull’occupazione abbiano generato un campanello d’allarme, risvegliando timori che sembravano sepolti. Non sorprenderebbe che in caso di altri dati di questo genere si ritorni a vagliare la possibilità di una recessione negli Stati Uniti e che solo questa strada porti poi a un vero calo duraturo dell’inflazione.

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