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Dollaro recupera dopo vittoria di Donald Trump in Iowa. Pesa Williams

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Euro in ritirata contro il dollaro, con il movimento che è stato correlato da diversi analisti alla vittoria importante conseguita da Donald Trump per le primarie repubblicane in Iowa. L’ex presidente degli Stati Uniti ha infatti riportato circa il 51% di voti, in quello che in passato era stato territorio di grandi sofferenze per Trump. Per quanto il cammino verso la fine delle primarie prima e le elezioni per la Casa Bianca poi sia ancora lungo, la vittoria di Trump ha fatto addensare le nubi su un cielo economico europeo che già sereno non era.

Da qui l’avvio di un trend relativamente negativo per l’euro nei confronti del dollaro, che è però parimenti condizionato dall’incertezza che monta, in attesa delle parole di Williams, sui prossimi passi di Federal Reserve in termini di tassi. Il contesto è di quelli particolarmente reattivi e dominati dall’incertezza, tanto da aver innescato un’importante reazione del mercato valutario anche in virtù di notizie che potrebbero produrre effetti soltanto tra mesi.

Donald Trump e l’euro che si indebolisce

La notizia più importante della giornata di ieri è stata la vittoria, da molti definita a valanga, di Donald Trump per le primarie repubblicane nello Iowa. Una questione che almeno apparentemente non dovrebbe indicare granché di chiaro per il mercato del Forex e che però è stata al centro di discussioni assai dotte sulle possibili conseguenze che una sua vittoria avrebbe sui delicati equilibri tra USA e UE, anche indirettamente economici.

La vittoria di ieri sembrerebbe infatti già aver incoronato Trump come prossimo sfidante di Joe Biden per la Casa Bianca e in caso di vittoria del candidato repubblicano saranno diverse le questioni sul tavolo. Dalla partecipazione effettiva dei paesi europei a quanto si spende all’interno della NATO, fino all’impegno statunitense a difesa, militare, del continente. Entrambe questioni che imporrebbero – come in realtà stava già cercando di imporre Trump durante la sua precedente presidenza – ulteriore spesa pubblica a paesi europei con i conti già in disordine per la spesa durante il periodo della pandemia COVID.

È questo il ragionamento più raffinato che circola tra gli analisti oggi e che avrebbe almeno in parte spinto ad un recupero importante del dollaro USA nei confronti dell’euro. Teoria in realtà soltanto in parte da prendere per buona perché il dollaro, contrariamente alle previsioni delle grandi banche, sembrerebbe essere complessivamente in un buono stato di forma.

A contribuire alla forza del dollaro anche la convinzione che gli ultimi dati che sono arrivati dall’economia USA, come ad esempio il NY Empire State Manufacturing Index, impongano un intervento a stretto giro da parte di Federal Reserve.

Pesa già l’impatto delle elezioni per la Casa Bianca

Domani parla Williams: cosa bisogna aspettarsi?

Nel frattempo si è espresso anche Waller, tra i falchi di Federal Reserve insieme a Williams, che invece parlerà domani. Ha ripetuto a reti unificate quanto in realtà va dicendo da tempo tutto il nucleo dei falchi: Fed avrà bisogno di una politica monetaria restrittiva ancora per del tempo e che il lavoro della banca centrale USA nel riportare l’inflazione al 2% non è ancora finito.

I mercati però hanno iniziato a scontare le parole di Waller tenendo conto del suo forte bias hawkish, che ha dimostrato ormai storicamente più volte e che si ritiene superabile da consigli assai più miti in seno al FOMC.

Continua però l’incertezza assoluta sui mercati del Forex, dove le previsioni del giorno precedente vengono costantemente invalidate da eventi principalmente politici o comunque esterni ai mercati, in una fase dominata dalle banche centrali piuttosto che dai normali rapporti di forza tra valute che sono comunque espressione delle economie di riferimento.

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