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Dollaro USA attende Jerome Powell e dati sull’inflazione. Settimana cruciale per il mercato Forex

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La giornata di martedì 9 luglio sarà dominata dall’intervento di Jerome Powell davanti alla commissione congressuale che si occupa di economia. Una presenza che è dovuta, periodica e che però sarà anche occasione per testare gli umori ai piani più alti di Federal Reserve, in attesa di un taglio ai tassi già a settembre. Jerome Powell avrà dunque modo di continuare la discussione pubblica avviata in Portogallo in una settimana che poi giovedì sarà ulteriormente indirizzata dai dati sull’inflazione negli Stati Uniti. Dati sull’inflazione che secondo la lettura di Powell non sarebbero il dato decisivo per gli orientamenti di Fed.

Niente di decisivo, con Jerome Powell che sarà come sempre oggetto di raffinate (e spesso fantasiose) esegesi da parte dei commentatori dei migliori giornali e delle migliori TV che si occupano di finanza e di economia. Che vengano però fuori delle sorprese dalla comparizione davanti alla commissione congressuale è molto improbabile.

La settimana di fuoco del dollaro USA

Dopo aver chiuso una settimana non esattamente brillante, il Dollaro USA sarà alla prova di due eventi molto ravvicinati e che potranno imprimere ulteriore forza al trend negativo che sembrerebbe essersi impossessato del dollaro USA. Gli eventi sono almeno due oggi, e altrettanti nel corso della settimana.

Alle 16:00 di martedì 9 luglio ci sarà la testimonianza di Jerome Powell di fronte alla commissione congressuale che si occupa di economia e il presidente di Federal Reserve sarà chiamato a giustificare le mosse della banca centrale in relazione alle politiche monetarie di breve. Ci saranno pressioni politiche sui tagli e sul ritorno verso atteggiamenti meno restrittivi.

Non sarà quello che chiederanno però i membri della Commissione ad essere importante, ma le risposte – storicamente equilibrate – di Jerome Powell. In concomitanza parlerà anche Janet Yellen del Tesoro, che per quanto ormai in avvicinamento alla tornata elettorale di novembre, avrà comunque un certo peso nell’individuare le prossime traiettorie di politica economica di Washington.

Eventi che avranno con ogni probabilità un impatto importante sul dollaro, in attesa poi del dato sull’inflazione di giovedì, che almeno secondo le aspettative dovrebbe confermare un ulteriore avvicinamento verso il target del 2%, per quanto modesto. D’altronde Fed e Jerome Powell sono stati relativamente chiari nell’individuare la traiettoria che i mercati dovrebbero prendere per buona: si tornerà tra 2,0% e 2,5% nel 2025, cosa che sarebbe, sempre secondo Powell, un risultato che dovrebbe essere ritenuto un successo, possibilmente.

Una settimana complicata per il dollaro

L’euro si conferma in grado di rimanere al di sopra della soglia di 1,08 nei confronti del dollaro, per quanto la situazione politica in Francia e altre questioni che attanagliano analisti e operatori di mercato potrebbero ripresentarsi con una certa forza, nonostante ci si sia affannati a dichiararle come concluse nel fine-settimana. Anche per l’area euro saranno i dati a comandare l’orientamento di Francoforte, orientamento che però storicamente ha subito di più le pressioni di carattere politico.

Gli operatori di mercato dovranno quindi osservare attentamente gli sviluppi di questi eventi per prevedere le possibili traiettorie economiche e finanziarie, per un mondo del Forex che, come abbiamo scritto più volte su queste pagine, sta vivendo un 2024 molto complicato e di orientamenti mutevoli anche sul breve e brevissimo periodo.

Occhi puntati però questa settimana verso Washington, che tornerà a essere il centro nevralgico delle decisioni che contano tanto per il mercato valutario quanto, a cascata, per gli altri. Intanto in Asia si brinda, per quanto sempre sul fronte valutario si stiano affacciando nuovi scenari – come quello che vede lo yuan libero di fluttuare al di fuori del range imposto dal Partito – che potrebbero cambiare le prospettive anche da quelle parti.

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