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Dollaro USA: Federal Reserve aumenta la confusione
L’incertezza regna sovrana non solo a Washington, ma anche per quanto riguarda le comunicazioni verso i mercati che i membri della più potente delle banche centrali del mondo hanno prodotto negli ultimi giorni. Durante la scorsa settimana Jerome Powell ha ammesso l’avvio di discussioni sui tagli, registrate poi nel dot plot di dicembre. Poi è arrivata una dichiarazione di Williams, di Federal Reserve di New York, che ha invece parlato di prematurità di certe discussioni.
A complicare ulteriormente la situazione c’è una terza dichiarazione, questa volta di Austan Goolsbee, che è invece resident di Fed Chicago, che ha curiosamente affermato, tra lo stupore generale, che in realtà i discorsi di Powell e di Williams non sono in contrasto. Una situazione confusa al punto tale da essersi riversata anche sui mercati: DXY rimane all’interno di un range particolarmente ristretto, complice anche il fisiologico calo dell’interesse per i mercati con una parte di mondo che si sta già godendo delle meritate vacanze.
Dall’effetto annuncio all’effetto confusione
Tutti avevano creduto, e non c’era motivo di fare altrimenti, a quanto affermato da Jerome Powell a margine dell’ultima riunione del FOMC. D’altronde il dot plot, il grafico che raccoglie le proiezioni degli stessi membri del FOMC sui tassi di interesse futuri, aveva parlato chiaro. Il consenso maggiore si è radunato intorno a tagli di 75 punti base per il 2024, cosa che neanche l’hawkish Powell ha potuto negare. E i mercati, come è noto, avevano reagito di conseguenza. Debolezza relativa del dollaro verso tutte le principali valute a livello mondiale.
Poi è arrivato Williams, che non è pari grado di Powell, ma che tuttavia parla da un pulpito piuttosto importante, quello della divisione di New York di Federal Reserve. Cogliendo i mercati di sorpresa, Williams ha affermato che in realtà le chiacchiere sui tagli di tassi erano assai premature e che non c’era modo di discuterne adesso, rimandando ogni tipo di discussione a data futura e non precisata.
A aumentare una confusione già importante ci ha pensato un terzo membro di Federal Reserve: poco fa ha infatti parlato Austan Golsbee, da un pulpito di pari grado rispetto a quello di Williams, affermando che entrambi i colleghi hanno ragione. Una questione che in pochi sono riusciti a risolvere in modo logico e razionale e che ha lasciato i mercati di stucco. All bets are off, direbbero gli americani e i britannici. E forse così sarà fino a eventi che in realtà dipendono molto poco da Federal Reserve.
Domani parla Bank of Japan
L’appuntamento più importante è domani: parlerà infatti a margine della decisione sui tassi Kazuo Ueda, che occupa lo scranno più importante di Bank of Japan, la banca centrale giapponese. Escluso a priori un ritorno già da adesso in territorio positivo per i tassi di interesse a Tokyo. Rimarrà però da seguire con grande attenzione la conferenza stampa che sarà a margine della decisione. Tutti cercheranno di interpretare le parole di Kazuo Ueda in un senso o nell’altro, cosa che si complica date le lunghe e spesso incomprensibili parafrasi di Ueda, così come contestate da tanti analisti.
Grande è la confusione sotto il cielo: l’idea che ci siamo fatti in redazione è che in realtà peseranno i dati concreti più dei proclami, che dopo 2 anni di politiche monetarie piuttosto erratiche hanno perso tutta la loro credibilità.
Per gli investitori nel mondo del Forex rimane un momento assai interessante, da seguire a caccia di affari, e da seguire possibilmente con TV e social spenti. I segnali che arrivano infatti sono confusi come non mai, e difficilmente potranno aiutare a capire come potrebbe muoversi il mercato.