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Domanda di benzina sopra le attese negli USA spinge il prezzo del petrolio a rialzo: in difficoltà gli EVs

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Una nuova stima della AAA, l’associazione degli automobilisti statunitensi, vede la domanda di benzina aumentare nel corso del 2024. Questo è soprattutto un trend legato alla domanda più bassa del previsto sugli EVs, che ormai sta durando da diversi mesi e sembra essere una situazione destinata a protrarsi almeno per tutto il resto dell’anno. In attesa che i nuovi incentivi federali stimolino la domanda, per il momento molti americani continuano a preferire motori con alimentazioni a benzina o diesel. Il prezzo del WTI ha chiuso la sessione di lunedì con un aumento di $0,86 per barile, mentre il Brent ha visto un incremento più lieve di $0,57 per barile.

Il prezzo del petrolio ha seguito un lungo trend calante nel corso delle ultime quattro settimane, perdendo oltre l’8% della quotazione sulla scia delle nuove stime EIA sulla domanda di greggio proveniente dalle economie sviluppate. Anche se la domanda di benzina dovrebbe effettivamente aumentare negli Stati Uniti, tre mercati rimangono al di sotto delle attese in termini di consumo di petrolio: Europa, Giappone e Cina, tutte e tre alle prese con un periodo di scarsa attività economica e politiche volte a favorire le rinnovabili al posto dei combustibili fossili. Per questo il quadro di medio termine tende comunque, almeno per ora, a rimanere ribassista secondo la maggior parte degli analisti.

In molti distributori USA, il prezzo della benzina è già al punto più alto registrato nel 2024

Record di viaggi su strada negli USA

Secondo la AAA, la domanda sopra le stime di benzina sarà legata anche alla tendenza del turismo interno che sembra prendere sempre più piede negli USA. Anche in virtù dei dubbi sulla sicurezza degli aerei Boeing, pare che un numero record di persone stia scegliendo di fare viaggi in macchina rimanendo all’interno del paese: secondo i dati dell’associazione, il numero di viaggi su strada nei primi mesi del 2024 è stato il più alto dal 2000 a oggi e si prevede che la tendenza venga mantenuta anche durante le vacanze estive. Nel frattempo la produzione di greggio negli USA si mantiene stabile, senza una previsione di aumento correlata alla domanda.

Un altro fattore che ha giocato a favore del trend rialzista di oggi, che potrebbe continuare nell’arco di questa settimana, è la previsione di scorte di benzina in calo negli Stati Uniti. Il consensus degli analisti istituzionali per il dato settimanale sulle scorte di prodotti raffinati deve ancora essere pubblicato, ma si parla di una cifra vicina a -1,1 milioni di barili di benzina e diesel. Questa variazione sarebbe sufficiente a compensare l’aumento delle scorte delle ultime due settimane, potenzialmente spingendo il prezzo del petrolio nuovamente al di sopra della soglia psicologica di 80$ al barile.

Addirittura il 75% degli americani dichiarano di voler fare almeno un viaggio in macchina quest’estate

Si teme anche per la produzione canadese

Come spesso accade, i mercati si stanno muovendo non soltanto in base ai dati ma anche in base alle attese. In questo momento il timore è che la produzione di petrolio in Canada possa andare incontro a una forte riduzione di breve termine a causa dei roghi che stanno stravolgendo il paese. Il Canada è tra i dieci principali produttori di greggio al mondo, e non essendo un paese OPEC non è tenuto a rispettare una quota di produzione. Dal momento che il petrolio è estremamente infiammabile, è molto probabile che le autorità locali ordineranno la chiusura dei pozzi in prossimità dei roghi fino a quando la situazione non sarà tornata sotto controllo. Considerando che la produzione canadese equivale a 3,3 milioni di barili al giorno, anche un calo del 10% avrebbe un impatto considerevole sui prezzi.

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