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Dopo 4 mesi, la produzione industriale cresce in Italia

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I dati rilasciati dall’Istat nella giornata di martedì mostrano un lieve aumento della produzione industriale: si tratta della prima volta in cui la misurazione segna una lettura positiva da quattro mesi a questa parte. L’ultima volta fu a gennaio, quando la produzione crebbe del +1.2% dopo altri tre mesi consecutivi di ribassi in precedenza. Bisogna comunque notare che il dato sulla produzione rimane negativo su base annua: -3.7% rispetto a maggio 2022. In ogni caso, le industrie manifatturiere italiane hanno prodotto l’1,6% di valore in più rispetto ad aprile; gli analisti si attendevano una crescita dello 0.7%, per cui i dati sono stati accolti in modo particolarmente favorevole a Piazza Affari.

La situazione dell’industria italiana rimane comunque poco rosea in questo momento. I tassi elevati della Banca Centrale Europea rallentano gli investimenti, e i livelli di produzione sono comunque nettamente inferiori a un anno fa. Una situazione che non riguarda soltanto il nostro paese: nel resto d’Europa e persino in Cina si nota lo stesso tipo di trend. Una volta aggiustati i dati di martedì per gli effetti di calendario, infatti, la produzione industriale rimane comunque in calo su base mensile. Le azioni dei titoli manifatturieri hanno chiuso la giornata con un’ottima performance in Borsa, ma non superiore a quella di altri settori e a quella degli altri principali indici europei.

La produzione industriale in Italia torna a crescere per la prima volta a maggio a distanza di quattro mesi dall’ultima volta

I beni strumentali guidano i rialzi

La crescita della produzione industriale a maggio ha riguardato tutti i settori industriali italiani, ma non nello stesso modo. A guidare i rialzi è stato il settore dei beni strumentali, che segna una performance del +1.4% su base mensile. Questo è anche l’unico settore che registra una performance positiva su base annua, con il valore della produzione che aumenta del 2.1% su base annua; per tutti gli altri settori, la produzione è in calo rispetto a maggio 2022.

La performance meno incoraggiante riguarda invece il comparto dell’energia, con la produzione che aumenta appena dello 0.1% rispetto al mese precedente e rimane in calo del 8.5% su base annua. Si nota chiaramente l’effetto negativo sul settore dei prezzi in calo del petrolio e del gas naturale, anche se lo stesso effetto agisce positivamente sull’economia abbassando il tasso di inflazione.

Entrando nel dettaglio dei sotto-settori, quello che ha sofferto di più in assoluto riguarda i prodotti raffinati del petrolio. La variazione negativa su base mensile, in questo caso, arriva addirittura al -13,7%. Per avere un riferimento, il WTI aveva aperto il mese di maggio a 75$ per barile e chiuse lo stesso mese poco al di sopra dei 68$. Tra i beni strumentali, quello che fa meglio invece è quello dei prodotti elettronici e delle apparecchiature ottiche, che registra una crescita della produzione del 4,2% su base mensile e del 5.1% su base annuale.

Il comparto energetico è particolarmente penalizzato dal calo dei margini sui combustibili fossili, che stanno attraversando un anno di ribassi diffusi

“Falso aumento” dovuto agli effetti di calendario

Nel comunicato stampa con cui l’Istat ha divulgato i suoi dati sulla produzione, l’Istituto di Statistica sottolinea che la situazione è migliorata per via degli effetti di calendario. Significa che, se si considerano i giorni effettivamente lavorati ad aprile e quelli effettivamente lavorati a maggio 2023, in realtà la produzione industriale è rimasta in flessione del 2,2% su base annua. L’unica eccezione riguarda il settore dei beni strumentali, che ha effettivamente segnato una performance positiva anche una volta che si tengono in considerazione gli effetti di calendario.

L’Istat sottolinea anche che, se si considera il periodo marzo-maggio, la produzione industriale della stagione primaverile di quest’anno è rimasta in calo del 1.8% rispetto ai tre mesi precedenti. Per questo, l’istituto di statistica definisce la situazione attuale come un “calo congiunturale” della produzione in Italia. Soltanto due settori hanno fatto meglio in questi tre mesi rispetto al trimestre precedente: quello dei mezzi di trasporto e quello dei prodotti della raffinazione petrolifera, a discapito del fatto che i prezzi del petrolio siano diminuiti significativamente nel corso degli ultimi mesi. Un rallentamento complessivo che però riflette le intenzioni della BCE, che da oltre un anno sta affrontando un aumento estremamente veloce dei tassi di interesse con l’obiettivo di raffreddare l’economia e abbassare il tasso di inflazione.

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