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Ecuador, arrestato l’ex Vice Presidente: il Messico sospende le relazioni diplomatiche

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Una delle economie che stanno generando più preoccupazione nel 2024 è quella dell’Ecuador: dopo essere caduto in un narco golpe all’inizio dell’anno, il paese ha introdotto delle leggi marziali estremamente dure per cercare di recuperare la propria stabilità. L’escalation della violenza da parte delle autorità pubbliche ha però portato a un’escalation altrettanto rilevante della violenza da parte delle gang armate che hanno gettato il paese nel caos. In tutto questo, il turismo si è ridotto ai suoi minimi storici; anche il classico afflusso di americani in cerca di un luogo sicuro ed economico dove andare in pensione è finito. Oggi la situazione ha iniziato a intaccare anche le relazioni diplomatiche.

Nella notte di venerdì, le forze di polizia ecuadoriane hanno fatto irruzione nell’ambasciata messicana per arrestare l’ex vice presidente Jorge Glas. Glas è stato condannato due volte per corruzione, ma a dicembre ha chiesto lo status di rifugiato presso l’ambasciata del Messico a Quito. La richiesta di asilo è stata concessa, ma il governo locale ha continuato a essere sulle sue tracce. Alla fine si è deciso per la decisione più drastica: entrare in armi all’interno dell’ambasciata, un gesto drastico per le relazioni diplomatiche con Città del Messico. Il governo messicano ha già deciso di reagire, sospendendo tutte le relazioni diplomatiche con l’Ecuador.

La decisione mostra che l’instabilità in Ecuador continua a essere protagonista

Il paese precipita sempre di più nel caos

L’annuncio dell’arresto è stato dato su X dal presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa. I cittadini hanno anche divulgato diverse foto della presenza militare molto forte a Quito, nel contesto di un regime di massima sicurezza in corso già da diversi mesi. Glas era stato vice presidente dal 2013 al 2017, sotto il governo di sinistra dell’ex presidente Rafael Correa. Noboa ha anche accusato direttamente l’ambasciatore messicano, definendolo una “persona non gradita” e aggiungendo che la missione diplomatica avrebbe abusato dei suoi privilegi per aggirare il sistema giudiziario nazionale. Alicia Barcena, Ministro degli Esteri messicano, ha definito un gesto “autoritario e violento” quello che è avvenuto nella notte e ha immediatamente sospeso ogni relazione diplomatica.

Il rischio è che questa decisione possa essere favorevole ai cartelli del narcotraffico che hanno gettato l’Ecuador nel caos, peggiorando ulteriormente la credibilità finanziaria del paese. La storia del narcotraffico in Ecuador è relativamente recente ed è legata soprattutto agli accordi con i grandi cartelli messicani, che hanno iniziato a utilizzare i porti del paese come base per le spedizioni di traffici illeciti verso altri paesi. La collaborazione tra i due governi era essenziale per cercare di identificare queste operazioni e intervenire, mentre sospendere le relazioni diplomatiche può compromettere i progressi.

Economia sul filo del rasoio

Questa notizia va ad aggiungersi a un ciclo di violenza, provvedimenti duri e uno stato di polizia che pesa fortemente sull’economia ecuadoriana. Il paese in questo momento dipende dal supporto del FMI per riuscire a evitare una crisi di liquidità immediata nel breve termine, ma il Fondo Monetario Internazionale è sempre più dubbioso sulle capacità del paese di risollevarsi dalla sua situazione di instabilità economica e politica. Il paese è addirittura ricorso ad alcuni bond speciali per cercare di ottenere un’iniezione di liquidità, promettendo interventi di salvaguardia ambientale in cambio di prestiti internazionali. Già l’ultimo trimestre dello scorso anno è stato segnato da una contrazione del PIL, inusuale per un paese emergente. Diventa sempre più chiaro che i conflitti interni e la violenza stiano impedendo all’economia di svilupparsi; nel frattempo il paese, che utilizza il dollaro americano come valuta ufficiale, non ha nemmeno la possibilità di agire sulla politica economica per cercare di migliorare la situazione.

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