News

El Niño spinge il prezzo del caffè verso nuovi massimi

Pubblicato

il

Indonesia e Vietnam sono rispettivamente il quarto e il secondo produttore più grandi al mondo di caffè. Ora i raccolti sono seriamente minacciati dal fenomeno climatico di El Niño, con le due nazioni che ora stanno rivedendo a ribasso le stime sulla produzione di quest’anno. Dopo che piogge eccessive hanno già ridotto la produzione ai minimi di oltre un decennio, il clima secco di El Niño minaccia di aggravare ulteriormente la situazione.

Questi fattori hanno portato i prezzi globali del caffè a livelli record. L’Indonesia, specializzata nella produzione di chicchi robusta – che hanno un sapore più forte e amaro rispetto alla varietà arabica – ha visto i prezzi del suo prodotto principale aumentare del 40% nel 2023, raggiungendo un massimo storico a giugno. L’agenzia meteorologica indonesiana BMKG ha segnalato che El Niño, famoso per portare clima caldo e secco, sta già influenzando oltre due terzi del paese, compresi Java e parti di Sumatra, aree cruciali per la produzione di caffè.

El Niño è un fenomeno climatico caratterizzato da un riscaldamento anomalo delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico equatoriale, che si verifica tipicamente a intervalli di tre a sette anni. Le regioni tradizionalmente umide possono diventare più secche, mentre aree solitamente aride possono sperimentare piogge più intense. Questi cambiamenti possono durare diversi mesi e influenzano notevolmente l’agricoltura, il bilancio delle risorse idriche e la produzione di commodities agroalimentari in molte aree del mondo. Il fenomeno opposto, chiamato La Niña, si verifica con l’abbassamento delle temperature nell’area. Entrambi sono componenti cruciali del sistema climatico terrestre.

Secondo uno studio pubblicato a maggio su Science, complessivamente le volte in cui El Niño si è manifestato in passato hanno comportato un impatto di $4 triliardi in mancata produttività

El Niño è ormai una garanzia per quest’anno

Una previsione del governo statunitense ha recentemente indicato che esiste una probabilità superiore al 95% che le condizioni di El Niño prevalgano da dicembre 2023 a febbraio 2024. Ciò potrebbe esacerbare il rischio di ondate di calore e inondazioni in diversi paesi, mettendo ulteriormente a rischio le coltivazioni. Il Brasile, ad esempio, sta già provvedendo a ricalcolare le stime sulla produzione nel caso in cui il fenomeno dovesse colpire la nazione.

L’Indonesia è un gigante nel mondo della produzione di caffè, specializzata principalmente nella varietà robusta. Questi chicchi, con il loro sapore distinto, hanno trovato mercati in Europa, Nord America e altre regioni dell’Asia. Il Vietnam, un altro grande produttore, è noto per la sua produzione di caffè e produce addirittura il doppio della quantità di questa commodity rispetto all’Indonesia. Anche il Vietnam ha un’alta probabilità di subire le ripercussioni di El Niño, influenzando ulteriormente l’equilibrio dell’offerta e della domanda globali.

La maggior parte degli effetti previsti sono negativi, soprattutto in tema di minor redditività delle coltivazioni. Ci sono però anche alcuni economisti che sottolineano la possibilità di effetti positivi per la produzione idroelettrica -soprattutto nella grande diga di Itaipù in Sud America- e sulla produzione di soia in Argentina, che al momento si trova influenzata da un eccesso di siccità.

La quasi totalità delle piantagioni di caffè in Vietnam e Indonesia ricevono la loro acqua dalle piogge, senza sistemi di irrigazione

Impatto non soltanto sull’industria del caffè

Il fenomeno di El Niño non solo ha un impatto diretto sulla produzione di caffè, ma riflette anche i suoi effetti su diversi mercati delle materie prime. Quando El Niño colpisce, il suo impatto sulle condizioni meteorologiche può interrompere la produzione agricola, causando carenze e spingendo al rialzo i prezzi di numerosi prodotti. Si guarda soprattutto al nord del Brasile, uno dei paesi che esportano più carne e vegetali al mondo, che potrebbe risentire di questo fenomeno climatico nello stesso periodo in cui potrebbero risentirne gli Stati Uniti. Secondo Ariane Ortiz-Bollin, vice-presidente di Moody’s Investors Service, l’impatto più grande di El Niño dovrebbe essere accusato proprio dall’America Latina.

Ad esempio, oltre al caffè, colture come il cacao, la canna da zucchero e vari cereali possono subire battute d’arresto a causa di condizioni meteorologiche avverse. Ciò può causare squilibri nei mercati globali, con i prezzi che salgono a causa della ridotta offerta. L’aumento dei prezzi delle materie prime può alzare l’inflazione, mettendo a rischio le economie dei paesi importatori. L’inflazione può erodere il potere d’acquisto dei consumatori e rendere più costosi i beni di base, aggravando le tensioni economiche e sociali. Inoltre la domanda di energia elettrica tende ad aumentare notevolmente in risposta alle ondate di calore. Questo si riflette sui prezzi delle materie prime energetiche, in primis petrolio e gas naturale, per via di un aumento della domanda di mercato.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version