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Elezioni UE, gli exit poll confermano un forte spostamento a destra del Parlamento Europeo
Ormai le elezioni europee, le secondo elezioni democratiche più grandi al mondo dopo quelle indiane, sono arrivate agli sgoccioli: anche se i risultati definitivi saranno disponibili solo domattina, la direzione sembra già evidente. Per quanto ci si aspetti che centro-destra e centro-sinistra torneranno a formare una coalizione per avere la maggioranza in Parlamento, l’estrema destra sta festeggiando la sua migliore tornata elettorale da quando l’Unione Europea ha tenuto le sue prime elezioni. Questo era un trend già anticipato dai sondaggi pre-elettorali e gli exit polls lo confermano. Il fatto che le elezioni europee durino quattro giorni rende anche più affidabile il risultato degli exit polls.
Molti paesi hanno già completato i processi elettorali tra venerdì e sabato, anche se ci si aspetta che oggi sia la giornata in cui più elettori si recheranno presso i seggi. Sarà proprio l’Italia a mettere la parola fine a queste elezioni, quando gli ultimi voti saranno accettati alle 20.30 di stasera. A quel punto si conoscerà già con buona approssimazione la ripartizione dei seggi del Parlamento Europeo, dal momento che l’Unione Europea ha promesso di fornire esattamente in quel momento una proiezione dei risultati elettorali.
L’estrema destra cresce in modo evidente
Ungheria, Italia, Francia, Paesi Bassi e Germania sono tra i paesi più popolosi d’Europa e mostrano un trend comune evidente: la crescita dei partiti di estrema destra e di quelli euroscettici nazionalisti, il che sembra essere una risposta forte degli elettori all’insoddisfazione per come l’UE ha affrontato i problemi più sentiti di questo momento. Tra questi problemi ci sono soprattutto l’inflazione, che ha eroso il potere acquisitivo soprattutto delle fasce di reddito più basse, le tensioni economiche con la Cina e gli Stati Uniti, ma soprattutto l’invasione dell’Ucraina e le altre questioni geopolitiche che rischiano concretamente di trascinare l’Europa in una guerra su larga scala.
I primi risultati concreti sono quelli che arrivano dai Paesi Bassi, dove l’estrema destra ha ottenuto 7 dei 29 seggi che rappresentano il paese nel Parlamento Europeo. Si tratta di appena un seggio in meno rispetto a quelli ottenuti dalla coalizione che vede socialisti, democratici e verdi alleati insieme. In Francia sembra che il partito di Macron, che partecipa all’alleanza europea Renew Europe, si fermerà al di sotto dei risultati ottenuti dalla destra di Marine Le Pen. In Belgio, dove si vota sia per le elezioni europee che per quelle locali, sembra addirittura che il partito separatista fiammingo Vlaams Belang rischi di portare il paese a dividersi.
Verso un bis di Ursula von der Leyen
La coalizione europea di centro-destra sembra nettamente destinata a vincere le elezioni, anche a discapito dei risultati importanti ottenuti dalla destra estrema. Questo significa che Ursula von der Leyen sarà quasi certamente rieletta come Presidente del Parlamento Europeo, anche se in questo caso sarà una legislatura diversa: i dialoghi dovranno essere più stretti con la frangia di destra più radicale, altrimenti sarà molto difficile trovare i voti per passare le riforme. Quasi certamente l’agenda politica legata al cambiamento climatico lascerà spazio a maggiori investimenti sulla difesa e sulle infrastrutture, oltre che a un atteggiamento più protezionista verso la Cina.