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Elon Musk incontra Erdoğan, che vuole fabbrica Tesla in Turchia

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Il Presidente della Repubblica Turca Recep Tayyip Erdoğan si è incontrato nel pomeriggio di domenica 17 settembre con il CEO di Tesla Elon Musk. L’incontro ha avuto luogo a New York presso il Turkevi Center, il quartier generale delle missioni diplomatiche turche negli States e centro culturale in rappresentanza della Repubblica. L’anticipato incontro avrebbe riguardato la possibilità di costruzione di un impianto produttivo Tesla in Anatolia, che rinforzerebbe le già presenti vocazioni automobilistiche della Turchia.

Questo almeno secondo quanto è stato riportato da Anadolu Ajansi, agenzia di stampa turca particolarmente vicina al governo di Erdoğan e si sarebbe parlato anche dei passi in avanti che il paese avrebbe compiuto nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale grazie alla nascita del piano National Artificial Intelligence Strategy. Tesla avrebbe risposto, secondo quanto è stato riportato dal Direttorato delle Comunicazioni turco, con una possibilità apertura.

Incontro tra Erdoğan e Elon Musk

Tesla alla ricerca di un settimo stabilimento produttivo

La competizione per il settimo degli stabilimenti produttivi di Tesla cresce. Si fa avanti anche la Turchia, che scende in campo con la più alta carica del paese, il presidente Recep Tayyip Erdoğan. Erdoğan, all’interno di un più ampio piano di sforzi per attirare capitali stranieri, ha infatti invitato Elon Musk presso il Turkevi Center di New York, invito raccolto da Musk e che avrebbe prodotto già dei risultati, almeno secondo quanto riportato dalla agenzie di stampa turche.

Il presidente Erdoğan, secondo il suo ufficio stampa, avrebbe inoltre indicato opportunità per eventuali collaborazioni con SpaceX in futuro – collegando l’azienda ad un supposto ambizioso programma spaziale del paese, con conseguente invito di Musk al prossimo Teknofest che si terrà a Izmir.

Il settimo stabilimento di Tesla potrebbe essere in Turchia

Per Musk la Turchia è un’opzione

Elon Musk ha confermato la collaborazione con diversi fornitori turchi proprio per Tesla e ha aggiunto che l’azienda starebbe valutando la possibilità di scegliere la Turchia come paese di apertura per il prossimo impianto produttivo del gruppo, tra le altre cose in posizione di preminenza rispetto a diversi dei paesi che hanno già avanzato la loro candidatura.

La collaborazione dovrà però estendersi anche a Starlink, l’internet broadband satellitare, per il quale Musk ha affermato di desiderare una licenza operativa in Turchia. La discussione inoltre avrebbe riguardato anche i droni Bayraktar, o almeno queste sarebbero state le intenzioni della diplomazia turca, in realtà raccolti con una fredda cortesia da parte di un Elon Musk che si è già messo nei guai per l’esposizione al conflitto in Ucraina.

La Turchia disperatamente a caccia di capitali stranieri

L’incontro tra Erdoğan e Musk è avvenuto durante una fase molto particolare per l’economia turca, disperatamente alla ricerca di capitali stranieri per cercare il riavvio di un circolo virtuoso che poi era stato la fortuna dei primi governi Erdoğan e che aveva garantito al paese su due continenti una crescita importante.

Gli investimenti stranieri sono ai minimi da ormai qualche anno e il nuovo gabinetto di orientamento ortodosso scelto da Erdoğan è pronto ad imporre una cura di lacrime e sangue per contenere l’inflazione e tutelare il valore della lira turca. In un contesto del genere attirare capitali e know how straniero è questione importante al punto tale da scomodare la massima autorità del paese in incontri con imprenditori che, per quanto importanti, difficilmente avrebbero avuto accesso diretto alla presidenza qualche tempo fa.

Per la Turchia ci si aspetta un cammino difficile, con i mercati che non hanno premiato gli annunci di ritorno all’ortodossia monetaria, aspettando che vengano prese le prime, dure decisioni a Ankara.In realtà, seppur gradualmente, stanno arrivando decisioni sotto forma di aumenti dei tassi di interesse, una mossa che non si vedeva da tempo in Turchia. Rialzi dei tassi che restringeranno la circolazione dei capitali in Turchia e che renderanno gli investimenti stranieri ancora più necessari.

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