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ENI, -30% di emissioni inquinanti dal 2018 malgrado la crescita: una delle più green di Big Oil

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ENI ha appena pubblicato i suoi dati aggiornati sul raggiungimento degli obiettivi climatici. Sono dati molto incoraggianti che non soltanto confermano un ottimo impegno dell’azienda nel campo della sostenibilità, ma fanno invidia a tante altre imprese di Big Oil. La lotta alle emissioni dei combustibili fossili continua a essere una priorità, ma un phase-out è ancora lontano: a oggi, oltre l’80% dell’energia totale prodotta nel mondo continua a provenire da combustibili fossi. Attraverso sistemi di cattura diretta della CO2 e progetti per bilanciare le emissioni inquinanti, però, si può fare molto per ottimizzare il modo in cui anche le società petrolifere pesano sull’ambiente.

Stando ai dati recentemente pubblicati da ENI, la società ha ridotto del 30% le sue emissioni inquinanti totali dal 2018 a oggi. Questo dato risulta essere ancora più rilevante quando si considera che nel frattempo la società ha continuato a crescere in termini di utili e fatturato, per cui l’effettiva quantità di emissioni prodotte per kW di energia è calato in modo ancora più drastico rispetto a questi numeri.

Risultati importanti sull’upstream e sul metano

La strategia che ENI ha adottato per cercare di ridurre le emissioni si è basata soprattutto sull’upstream, cioè su tutta quella rete di fornitori e materie prime di cui la società ha bisogno. Questo significa, ad esempio, richiedere ai fornitori una certa percentuale minima di energia prodotta a partire da fonti rinnovabili o acquistare petrolio raffinato con sistemi di cattura diretta della CO2. L’azienda ritiene di poter raggiungere il net zero per tutta la componente upstream entro il 2030, avendo poi vent’anni per raggiungere la neutralità climatica in ogni ambito del suo business entro il 2050.

Un altro modo importante per raggiungere questo obiettivo è stato ridurre la quantità di carbone utilizzato per la produzione di energia. Ora che il G7 ha stretto un accordo per abbandonare il carbone entro il 2035, ENI si trova già in una posizione di vantaggio per raggiungere l’obiettivo. Da ultimo è importante segnalare che ENI non si è concentrata soltanto sulle emissioni di CO2, ma anche su quelle di metano che complessivamente sono calate del 20% nel corso degli ultimi 5 anni. Questo è un risultato importante perché, malgrado il metano rimanga nell’atmosfera terrestre meno tempo rispetto alla CO2, il suo impatto sull’effetto serra è decine di volte superiore a quello dell’anidride carbonica.

ENI sta puntando molto sulle rinnovabili, soprattutto visto il ritardo italiano nel cammino verso gli obiettivi UE per il 2030

Più energia rinnovabile nei prossimi anni

ENI ritiene di poter ottenere risultati ancora più importanti nel corso dei prossimi anni, soprattutto grazie a un piano industriale che insiste molto sull’energia rinnovabile. Questa è una scelta strategica, non legata soltanto alla sostenibilità. Ora che l’Italia non si sta più approvvigionando di gas russo a basso costo, c’è una forte pressione per abbandonare il gas più velocemente possibile e assicurare all’Italia la sua indipendenza energetica. Considerando che il GNL è sia più costoso che più inquinante del gas naturale che arrivava dai gasdotti russi, puntare sull’energia rinnovabile in questo momento ha un significato tanto climatico quanto economico. In tutto questo, ENI ha intenzione di ridurre gradualmente la sua produzione di combustibili fossili per dare spazio a più investimenti nel campo del fotovoltaico e dell’eolico.

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