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EUR/USD in ribasso aspetta dati su PIL e inflazione area euro

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Sarà una settimana intensa sotto il profilo dei dati per l’area euro: ci saranno infatti le letture dell’inflazione, insieme a quelli sul PIL, che finiranno per condizionare le prossime decisioni della Banca Centrale Europea in termini di tassi. Decisione che potrebbe prevedere un secondo taglio, pressoché in concomitanza con il primo di Federal Reserve. Questo almeno secondo quanto si aspettano gli analisti, che hanno anticipato un’inflazione ferma a 2,5%, con un leggero miglioramento della Core a +2,8%, e una ripresa dell’economia più lenta di quanto si ritenesse a inizio anno.

Sarebbero dati che potrebbero garantire meno spazio di manovra ai falchi e dunque portare al secondo dei tagli per la Banca Centrale Europea nell’incontro di settembre, per una fase di decisioni delle principali banche centrali che rimane fortemente data driven, ovvero dipendente dai dati di breve periodo, principalmente da inflazione, PIL e andamento del mercato del lavoro. L’impressione rimane quella di uno spazio di manovra pressoché assente tanto per FED quanto per BCE, in balia di dati che questa settimana però si faranno più caldi che mai.

Una BCE “data driven” aspetta i dati dai prezzi e dal PIL

Se di BCE data driven si deve trattare, questa è la settimana giusta per capire come, se e perché si muoverà a settembre. Avremo infatti da dibattere i dati sul PIL non solo dei singoli stati, ma anche a livello europeo. Il più importante degli appuntamenti arriverà alle 11:00 ora italiana di martedì 30 luglio, quando probabilmente verrà sancita la minore reattività dell’economia dell’area euro rispetto a quella americana, che invece ha fatto registrare un ottimo rimbalzo durante l’ultima lettura dei dati del PIL.

Mercoledì 31 luglio, sempre alle 11:00 ora italiana, sarà invece il turno dei dati sull’inflazione, sia per quella classica sia per la CPI. Gli analisti vedono una leggerissima correzione al ribasso di quella classica, al +2,4%, mentre per quella Core si potrebbe rimanere a +2,8%.

Sarebbero dati che – se confermati e in combinazione – darebbero certamente spazio alle colombe in BCE, tra le quali sono arruolati anche i rappresentanti italiani – per quanto riguarda le prossime decisioni sui tassi. O più in breve: diventerà più probabile un taglio, ulteriore, già a settembre.

Negli USA si attendono gli stessi dati, più quelli del lavoro

Maggiori preoccupazioni negli USA per quanto concerne invece un mercato del lavoro che starebbe tornando sì ai livelli pre-COVID, ma comunque con una certa lentezza. Con il PIL USA che si è dimostrato ancora forte, saranno con ogni probabilità i dati che arriveranno dal lavoro (e dall’inflazione) a imprimere la svolta decisiva alle decisioni di Jerome Powell e del FOMC.

Per il 31 luglio, mercoledì, ci sarà comunque una decisione più che scontata di lasciare i tassi di nuovo fermi, con la conferenza stampa di JPow che servirà per capire se siano stati fatti o meno dei passi in avanti in quella direzione e dunque se si potranno scontare al 100% tagli a settembre.

EUR/USD continua a muoversi nel range tra 1,08 e 1,085, all’interno di una sessione USA che ha visto un ritorno di fiamma del greenback, che sta punendo tra le altre cose anche la corsa del mondo delle criptovalute.

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