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Euro, deludenti i dati sull’industria in Francia e Germania
L’euro continua la sua corsa rialzista sul dollaro americano, riportando si a quota 1.11, ma il calendario economico segna alcuni dati poco incoraggianti per l’economia europea. Nell’ultima giornata di contrattazioni abbiamo assistito alla pubblicazione dei dati sul PMI, sia in Francia che in Germania. Si tratta di un indice che misura la quantità di ordini industriali piazzati dai manager presso i loro fornitori, dunque un indicatore di come potrebbe evolvere la produzione industriale nel corso dei prossimi mesi. Entrambi i dati sono stati in calo rispetto alla rilevazione precedente e più bassi rispetto alle attese degli analisti.
Bisogna dire che questo trend non è soltanto legato all’Europa. Negli Stati Uniti, proprio con l’ultima pubblicazione di questo dato, gli investitori hanno scoperto che gli ordini presso i fornitori sono ai minimi degli ultimi tre anni. Ora lo stesso tipo di rallentamento si sta verificando anche nell’Area Euro, dove sembra che l’economia abbia retto con fermezza ai rialzi dei tassi di interesse fino a questo momento. Detto ciò, il peso della politica monetaria rimane innegabile.
Francia e Germania, PMI sotto le attese
L’indice PMI mostra un aumento degli ordinativi aziendali se la lettura è sopra il 50, mentre mostra una contrazione degli ordinativi nel caso in cui la lettura sia sotto il 50. Per quanto riguarda la Germania, il PMI manifatturiero ad aprile è sceso a 44 punti dai 44.7 del mese precedente; fanno meglio i servizi, che invece vedono una crescita e un dato di 53.20 punti per lo stesso periodo. In Francia, invece, l’indice PMI manifatturiero è sceso a 45.5 punti contro un dato precedente di 47.30 e un’attesa di 47.8 da parte degli analisti. Anche in questo caso, però, aumenta l’attività legata ai servizi con un dato di 56.30 contro attese di 53.90 da parte degli analisti.
Complessivamente si continua a mostrare lo stesso trend dei mesi passati, con il settore manifatturiero europeo che fatica a stare al passo con i tassi di interesse in rialzo. Se questo trend non riuscisse a invertirsi nel corso dei prossimi mesi potrebbero iniziare a risentirne anche i posti di lavoro. Bisogna sempre considerare che l’indice PMI non riflette quanto le aziende stiano producendo in questo momento, ma quanto potrebbero produrre nel corso dei prossimi sei mesi in base alla quantità di ordini che stanno piazzando presso i propri fornitori.
Non ne risente il cambio EUR/USD
Il cambio tra euro e dollaro americano continua a vedere un rafforzamento della Moneta Unica, dovuto al fatto che negli Stati Uniti le cose non stanno necessariamente andando meglio. Dopo un dato poco positivo sul mercato del lavoro, qui le cose hanno preso una piega negativa per i mercati dopo la pubblicazione dei dati trimestrali di alcune società importanti. Se alcuni settori stanno facendo particolarmente bene, come quello bancario che continua a risalire la china dopo la crisi di marzo, per molte imprese manifatturiere i risultati sono inferiori alle previsioni.
Si può dire che gli effetti della politica monetaria sull’economia ora siano diventati decisamente più visibili. Effetti che gli investitori dovevano attendersi vista l’ondata di scatti a rialzo da parte delle banche centrali, ma che comunque non hanno impattato eccessivamente l’economia reale fino a poche settimane fa. Soltanto ora sembra che l’economia reale stia dando segni di debolezza, soprattutto per quanto riguarda l’attività delle imprese manifatturiere.