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Euro: parla il falco Robert Holzmann. Tagli ai tassi a rischio

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I tagli dei tassi di interesse per l’area euro nel 2024 non saranno scontati. Questa è l’opinione di Robert Holzmann, storicamente uno dei membri più hawkish dell’istituto di Francoforte, con dichiarazioni che hanno subito avuto riflessi importanti su EUR/USD e più in generale sull’outlook per i mercati europei. La situazione, afferma Holzmann, è certamente unica: dopo 10 rialzi consecutivi, cosa che non si era mai vista dalle parti di Francoforte, non è detto che ci saranno tagli ai tassi nel 2024.

Tali discussioni, afferma Robert Holzmann, sono assolutamente premature in quanto nonostante le politiche monetarie restrittive si stiano trasmettendo, seppur con una certa lentezza, all’economia reale, con effetti importanti sull’inflazione, la battaglia contro i prezzi non è stata ancora vinta. E pertanto ci sarà da guardare alla questione con maggiore distacco e possibilmente senza aspettarsi che accada qualcosa che non è stato ancora deciso, almeno da chi quelle decisioni dovrà prenderle.

Parla il falco Holzmann: i mercati reagiscono

A pochi minuti di distanza dalle dichiarazioni di Robert Holzmann di questa mattina i mercati hanno reagito con un ulteriore rialzo dell’euro nei confronti del dollaro, al termine di un periodo già piuttosto felice per la valuta comune europea. Periodo che molti analisti ritengono essere agli sgoccioli, o almeno lo ritenevano, in quanto in pochi sono ancora disposti a credere agli atteggiamenti hawkish della Banca Centrale Europea.

A pesare a favore delle colombe sono infatti le condizioni invero incerte dell’economia europea, in ritardo rispetto a quella americana e forse maggiormente bisognosa di future iniezioni di liquidità. Non però per Holzmann, che dobbiamo ricordare però ai nostri lettori che fa parte del nucleo più hawkish dei membri di BCE, nucleo nel quale sono arruolati anche Nagel, Wunsch e Kazimir. Il tutto in una BCE che almeno alle sfere di influenza più alte è perfettamente divisa tra falchi e colombe. Le posizioni di Cipollone, Lane, Elderson, Guindos e Schanbel sono assai più moderate di quelle riportate da Holzmann, ma anche di quelle delle colombe più insistenti come Stournaras e Herodotou.

Per tornare a Holzmann: in realtà almeno in parte si tratta di posizioni condivise anche da Christine Lagarde, che soltanto qualche giorno fa aveva parlato di discussioni premature per chi sta parlando già di tagli ai tassi in primavera.

I mercati continuano però a prezzare atteggiamenti assai più morbidi per il 2024 da parte di BCE, che potrebbe accontentarsi di un ritorno ad un’inflazione del 2% più lento del preventivato se le condizioni economiche dovessero effettivamente richiedere un impegno di questo tipo.

Anche Washington parla di discussioni premature, ma…

In realtà negli scorsi giorni anche dalle parti di Federal Reserve c’è chi ha invitato alla calma, come Williams di Fed New York. Dichiarazioni che avevano scosso i mercati – in particolari quelli degli asset risk on – che poi però i mercati hanno ripreso a ignorare. Dati i volumi ridotti in questo periodo dell’anno e dato l’enorme numero di membri della Banca Centrale Europea che in realtà la pensano diversamente rispetto a Holzmann, è difficile considerare al momento che in realtà tali parole potranno produrre un effetto duraturo sui mercati.

Peseranno i nuovi dati sull’inflazione e sull’andamento delle economie europee, dati che arriveranno a anno nuovo e che saranno l’unica bussola che BCE potrà permettersi di considerare.

Per quanto riguarda la tenuta delle economie di riferimento dell’area euro, non sembra che in realtà ci sia ormai granché di cui discutere: la Germania fatica non solo in termini di PIL ma anche di volontà politica per certe riforme ritenute necessaria. E di giganti all’orizzonte in grado di sostituire la locomotiva tedesca, per il momento, non se ne vedono. Qualcosa che avrà certamente un impatto nelle future decisioni di BCE.

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