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Fabio Panetta conferma i tagli a giugno per BCE. Tempi propizi a Francoforte. G7 in aiuto di Tokyo
È un Fabio Panetta che rispetta le aspettative che i giornali, gli analisti e gli operatori di mercato hanno su di lui. È infatti un Fabio Panetta di Bankitalia completamente dovish quello che parla da Stresa e che indica giugno come il mese della maturità per iniziare con i tagli nell’area euro. Non sarà una novità per nessuno o quasi: dopotutto Panetta già in passato si era espresso a favore di tagli più moderati ma anticipati, evitando, almeno secondo la sua lettura, di proporsi ai mercati con tagli eccessivi quando non ci sarà poi alcuna alternativa.
Le condizioni, afferma Fabio Panetta di Bankitalia, sono ormai quelle propizie per un taglio. Aggiungiamo noi, in anticipo rispetto a quanto farà Federal Reserve, evento piuttosto raro e che per ora sta informando i movimenti di medio periodo sulla coppia EUR/USD e anche le speculazioni su valute che fanno riferimento a banche centrali che dovranno essere più titubanti, in un senso o nell’altro, nel toccare appunto i tassi. Sarà una settimana di calma relativa dunque sul Forex, con la decisione di Francoforte che arriveranno il prossimo 6 giugno.
Fabio Panetta tranquillizza tutti: i tagli arriveranno a giugno
Nonostante qualcuno continui a dare fiato alle trombe dei falchi di Francoforte, vuoi perché i salari sono ancora in impennata, vuoi perché Washington giocherà invece d’attesa, c’è chi vuole rassicurare i mercati. E quel qualcuno è l’italiano Fabio Panetta, che conferma da Stresa che i tempi per i tagli in Europa sono ormai maturi e che l’appuntamento di giugno sarà quello giuto.
Le condizioni, afferma, ci sono. E si tratta, aggiungiamo noi, di un taglio che per quanto debba essere ancora confermato, è stato anticipato più e più volte dagli interventi di diversi dei membri più influenti della Banca Centrale Europea. Se da Francoforte però vorrebbero farla passare come decisione frutto della grande indipendenza dell’istituto, da altre parti, dove volano i più cinici, si fa notare che in realtà si tratterà di una decisione quasi obbligata, date le peggiori condizioni dell’economia europea almeno rispetto agli Stati Uniti, con i tassi di interesse che hanno già esercitato i loro effetti sulla cosiddetta economia reale e con, questa è una buona notizia, l’inflazione che sembrerebbe essere più vicina al 2% almeno rispetto ad altrove.
Difficile aspettarsi comunque dei tagli decisi: si procederà, come indicato da Panetta altrove e ormai qualche settimana fa, con un percorso più tranquillo e che prevederà comunque delle decisioni meeting per meeting, con il mostro dell’inflazione che per quanto fiaccato è in realtà ancora da battere definitivamente.
Intanto il G7 avvisa i mercati
Arriva un altro avviso dal G7, che pur aveva chiuso le porte in faccia al Giappone sul tema della tutela della stabilità del cambio. Il consesso dei paesi economicamente più importanti del pianeta ricorda ai mercati stessi che la stabilità dei cambi è qualcosa di desiderabile e che dunque si potrebbe intervenire, anche se non si è capito come, a tutela di questo bene collettivo.
Una questione sulla quale però i mercati, in modalità invero assai ostinata, non sembrano volerci sentire: i fondamentali dello yen sono deboli e pertanto ci sono ancora occasioni di short che si possono sfruttare.
Cosa che continua a riflettersi sul cambio USD/JPY in modo consistente e nonostante gli ultimi due interventi della banca centrale del Giappone. Interventi che hanno allontanato JPY dai 160 contro il dollaro USA. Ed è questa la seconda delle situazioni che terranno impegnati, attenti e interessati i mercati per la prossima settimana. Le decisioni di Francoforte, d’altronde, appaiono come scontate a tutti. E lo shock difficilmente arriverà durante questo giro di decisioni.