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Fabio Panetta vuole i tagli | Tempistiche e ritmi oggetto di scontro

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È rientrato da poco più di due mesi in Italia, alla guida di Palazzo Koch. Che fosse il più dovish o quasi in seno a BCE non è esattamente un mistero, ma quanto affermato oggi da Fabio Panetta sarà argomento di discussione per tutto il weekend e probabilmente anche per la prossima settimana. È arrivato il tempo dei tagli ai tassi. O meglio, starebbe arrivando molto rapidamente, con tutte le preoccupazioni su un eventuale rimbalzo dell’inflazione che sarebbero da accantonarsi.

È questo quanto ha affermato Fabio Panetta da Assiom Forex, a Genova, dimostrando al tempo stesso come le pressioni per una politica monetaria più soft da parte di BCE stiano in realtà montando, almeno in Italia e con la sponda di altri Paesi. Pressioni che dovranno vincere quelle di senso contrario e che saranno invischiate in una battaglia importante per il prossimo incontro di BCE che si occuperà per l’appunto di tagli ai tassi. Tagli che secondo Christine Lagarde non arriveranno prima di metà anno.

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Inflazione spauracchio del passato. Panetta suona la carica per i tassi più bassi

Squillano le trombe della guerra, per quanto metaforica. Da un lato i falchi, che vorrebbero quantomeno attendere movimenti chiari da parte di Federal Reserve. Dall’altra la carica di Fabio Panetta, che guida un gruppo numeroso e compatto di membri del board di BCE che invece ai tagli hanno già iniziato a pensare da diverso tempo. Una battaglia che sarà l’anima dei prossimi incontri di Francoforte e che almeno per il momento non sembrerebbe aver assunto una direzione chiara.

Tagliare si o no? I falchi rispondono che l’inflazione non è ancora fuori dal campo del possibile pericolo. E che eventuali tagli prematuri potrebbero inficiare i sacrifici fatti fino a oggi. È la lettura dell’ultimo miglio, quella che ritiene che l’ultima parte dell’avvicinamento al 2% del target dell’inflazione sarà la più dura di tutte.

Lettura che però Panetta rispedisce al mittente: l’inflazione sta scendendo rapidamente, le politiche monetarie restrittive avrebbero avuto più effetto che in passato e anche i salari, in aumento e dunque fonte di preoccupazione per BCE, non saranno di ostacolo al ritorno verso il 2%.

E fatte queste queste considerazioni dunque l’unico percorso possibile sarà quello di iniziare a parlare di tagli, tagliare e farlo possibilmente in modo graduale. Da considerare, afferma Panetta, i pro e i contro del tagliarli da subito e in modo più graduale rispetto al farlo più avanti e in modo più aggressivo.

Scontro in BCE, che non finirà qui

Un esercizio sterile

Fabio Panetta non perde l’occasione di punzecchiare chi, a sua detta, si starebbe producendo in esercizi sterili per il timing corretto dei tagli ai tassi di interesse. Un esercizio appunto inutile e che sarebbe addirittura poco rispettoso del Governing Council di BCE come organo collegiale. La frecciatina è ai colleghi più hawkish, che stanno occupando televisioni e giornali allo scopo di diffondere una narrativa appunto di maggiori restrizioni tenendo conto dei pericoli che però Panetta si è preso la responsabilità di minimizzare e, in modo più ampio, di sconfessare.

Per il momento non è detto che prevalga la linea di Panetta: lo scontro è già piuttosto intenso e vede sui due fronti delle posizioni inconciliabili sia per intensità che per tempismo. Starà a Christine Lagarde cercare di mediare e trovare una posizione comune intorno alla quale potranno convergere le politiche monetarie di BCE.

La sensazione per ora è che a comandare saranno i prossimi dati, anche sull’inflazione: se dovesse assistersi ad un consistente avvicinamento verso quota 2%, allora le posizioni di Fabio Panetta potranno trovare certamente più spazio. In caso contrario, l’atteggiamento hawkish di alcuni dei policymaker potrebbe trovare maggiori sponde.

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