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Fine all’accordo di fusione di TD Bank e First Horizon Bank
La banca canadese Toronto-Dominion Bank Group, nota come TD Bank, ha annunciato giovedì 4 maggio di aver deciso di annullare l’acquisizione dell’istituto di credito statunitense First Horizon Bank del valore di 13,4 miliardi di dollari.
La notizia è stata resa pubblica dopo mesi di attesa per il via libera regolamentare, che alla fine non è mai arrivato. In effetti, la chiusura dell’accordo era stata ripetutamente rinviata e alcuni politici statunitensi avevano espresso preoccupazione per la possibilità che TD, la seconda banca più grande del Canada, diventasse un attore troppo importante nel mercato americano e per il trattamento riservato ai clienti statunitensi.
Le implicazioni della cancellazione dell’accordo di fusione
Secondo una nota congiunta delle due banche, la decisione di interrompere l’accordo di fusione è stata presa d’accordo tra le parti e l’interruzione dell’operazione è dovuta solo alla mancanza di approvazioni da parte di TD e non ha nulla a che fare con la crisi bancaria in corso o con First Horizon.
L’accordo, che sarebbe stato il più grande della TD, ha subito mesi di incertezza regolamentare e ha ricevuto una crescente pressione dagli investitori della banca canadese dopo la crisi bancaria regionale degli Stati Uniti. In questi ultimi due mesi, infatti, ben tre banche americane sono fallite a causa di una fuga di depositi fuori controllo.
In seguito all’annullamento dell’operazione, TD effettuerà un pagamento in contanti di 200 milioni di dollari a First Horizon, in aggiunta ad un rimborso di 25 milioni di dollari. Quest’ultima ha visto crollare le sue azioni del 41% nelle negoziazioni pre-market, riflettendo le preoccupazioni per il fatto che potesse essere inglobata dalla crisi più ampia del settore bancario regionale, scatenata dal collasso di Silicon Valley Bank lo scorso marzo.
Inoltre, i depositi medi di First Horizon sono diminuiti del 4% a 62,2 miliardi di dollari nel primo trimestre, rispetto alla fine dello scorso anno.
Il CEO di First Horizon, Bryan Jordan, comunque, ha dichiarato che l’interruzione dell’accordo è stata sfortunata e inaspettata, ma ha assicurato che la banca continuerà a crescere, operando da una posizione di forza e stabilità.
Gli analisti di Barclays hanno affermato di essere sorpresi dal fatto che le parti non siano riuscite a trovare un accordo su un prezzo inferiore, sottolineando che ciò potrebbe influire sulla disponibilità di potenziali partner a sedere al tavolo delle trattative con TD in futuro.
Con questa operazione, infatti, TD sarebbe diventata la sesta banca più grande degli Stati Uniti.
Le grandi banche canadesi hanno infatti avviato una corsa alle acquisizioni negli Stati Uniti negli ultimi anni. TD aveva già acquistato la banca di investimento di New York Cowen Inc. per 1,3 miliardi di dollari quest’anno e aveva partecipato alla gara per l’unità statunitense di BNP Paribas, Bank of the West, ma aveva perso la battaglia contro Bank of Montreal. Inoltre, la banca canadese aveva annunciato l’acquisizione di First Horizon nell’ambito del suo piano di espansione negli Stati Uniti.
Secondo i dati del mese scorso di ORTEX, una rivoluzionaria piattaforma di analisi finanziaria, TD era l‘azione bancaria più venduta a livello mondiale. Tuttavia, il rifiuto delle autorità regolamentari statunitensi di approvare l’accordo della TD solleva dubbi su quale ruolo sarà concesso alle banche estere nel processo di consolidamento del settore bancario regionale statunitense.
Questa domanda è diventata urgente ora che le banche di medie dimensioni e regionali hanno subito forti cali di prezzo delle azioni e uscite di depositi a seguito del collasso di Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic Bank.
Dal canto suo, invece, come ha spiegato l’amministratore delegato di TD, Bharat Masrani, nonostante la sua delusione per l’esito della vicenda, la decisione di annullare l’accordo ha fornito chiarezza ai colleghi e agli azionisti della TD e ora i vertici dell’istituto di credito canadese stanno già cercando altre opportunità di acquisizione nel mercato statunitense, dove attualmente conta più di 10 milioni di clienti.