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Bond prezzano più tagli, FMI lancia allarme su inflazione: il report

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Il Fondo Monetario Internazionale ha rilasciato il suo World Economic Outlook, documento che viene pubblicato periodicamente sullo stato dell’economia mondiale nel suo complesso, e che in questo ultimo aggiornamento non poteva che occuparsi anche della situazione riguardante l’inflazione. Una situazione che incrocia su più livelli il mercato dei bond, che negli ultimi giorni sembrerebbe aver scontato già almeno 2 tagli negli USA, orientandosi verso il terzo. La situazione è meno rosea di quello che potrebbe sembrare: il Fondo Monetario infatti sottolinea come i servizi stiano continuando a esercitare pressioni al rialzo sui prezzi, rendendo difficile il precorso per il ritorno verso il 2%.

Nel complesso il FMI vede le proiezioni per il prossimo anno intorno al 3,3%, molto al di sopra delle aspettative di BCE e di Federal Reserve, previsioni che, aggiunge FMI, potrebbero costringere a tassi più alti più a lungo. Con il mercato dei bond, aggiungiamo noi, che negli ultimi giorni avrebbe pertanto peccato di eccessivo ottimismo. Un ottimismo che non troverebbe sponde almeno nelle previsioni dell’importante istituzione di Washington.

Occhio a sbarazzarsi dei bond prima del tempo, almeno secondo FMI

Non vi è alcuna previsione sul mercato dei bond, ma questa è l’ovvia conclusione di quanto è contenuto nell’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, che si concentra su questioni tutte o quasi relative all’inflazione, questioni che impongono grande cautela a chiunque si stia esponendo sui mercati in questo periodo.

L’inflazione, complici i servizi, che sono a loro volta resi più cari dalla crescita dei salari, potrebbero costringere le principali banche centrali a rimandare il pivot o comunque, laddove questo sia già arrivato, a interromperlo fino a quando le condizioni relative alla crescita dei prezzi non saranno diventate più… controllabili.

Le proiezioni per il 2024 rimangono intonse, mentre quelle relative al 2025 vengono aumentate – per quanto soltanto di 10 punti base – per un quadro che a livello globale è diverso da quello previsto a livello locale da Fed per gli USA e da BCE per l’area euro. Si potrebbe pertanto dover tirare la cinghia, in particolare in termini anche di costo di debt servicing un po’ più a lungo. Una situazione che in pochi vorrebbero affrontare sui mercati, con le previsioni peggiorative del quadro complessivo che non sembrerebbero aver impattato granché sui mercati.

Soft landing più che possibile

Oltre alle preoccupazioni per l’inflazione c’è altro nel lungo documento pubblicato da FMI: le previsioni per la crescita sono positive, tanto per gli USA quanto per Spagna, Polonia, Turchia, Iran. Percentuali poi di crescita da urlo per India, Cina e per diversi paesi del cosiddetto sud est asiatico. Una situazione che sarebbe comunque complessivamente positiva dopo il terrore per una recessione che nelle scorse settimane ha colpito i mercati.

Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non sono per forza di cose accurate. Saranno come sempre i numeri che arriveranno dai mercati a fare la storia. I primi due trimestri, relativamente poco brillanti soprattutto per Pechino, non hanno comunque portato FMI a rivedere stime di crescita che, insieme a quelle dell’India, varranno la metà della crescita globale complessiva.

Per il mercato dei bond regnerà comunque l’incertezza: a orientarli sarà principalmente la politica monetaria negli USA, l’incertezza politica che però sta scemando in Europa, le decisioni di Bank of Japan in termini di rapidità di ritorno all’ortodossia monetaria e, tornando a Washington, anche dalla domanda di bond e debito sicuro da parte di giganti… come la Cina. La situazione rimane complessa da leggere, anche per giganti come FMI. Che potrebbero avere ragione su entrambi i temi, oppure su nessuno.

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