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Fondi sovrani hanno investito $26 mld in asset green nel 2023
I fondi sovrani hanno complessivamente investito 25.9 miliardi di dollari in strumenti finanziari sostenibili nel 2023: lo rivela una ricerca condotta da Global SWF, un’istituzione che traccia tutte le operazioni dei principali fondi sovrani nel mondo. Il report annuale 2023 mostra che per i fondi sovrani -che complessivamente gestiscono ora oltre $11 triliardi– lo scorso anno è stato decisamente positivo. Inoltre, tra poco arriverà anche il fondo irlandese a sommarsi a tutti quelli già esistenti. Tipicamente i fondi sovrani sono dei grandi fondi di investimento che fanno capo a una nazione, quando il paese genera un surplus di entrate rispetto alle uscite. Se non ci sono delle politiche economiche che richiedono di investire direttamente nella spesa pubblica i proventi del governo, il surplus può essere investito al pari dei capitali privati.
Complessivamente lo scorso anno è stato segnato soprattutto da un grande spostamento dei capitali verso i bond. Sembra che la grande popolarità dei green bonds non sia sfuggita ai fondi sovrani, che hanno dimostrato una grande propensione per gli investimenti in obbligazioni sostenibili. Questo è stato il trend senza dubbio più marcato per quanto riguarda le differenze con gli anni precedenti, ma si nota anche un forte aumento degli investimenti in idrogeno verde. In generale sembra che tutti i principali fondi sovrani abbiano aumentato la percentuale del portafoglio esposta alla transizione energetica rispetto al pre-pandemia, con un focus particolare sulle nuove tecnologie emergenti.
L’Arabia Saudita muove un quarto dei capitali
Tra i fondi sovrani, quello che ha investito di più nella sostenibilità e nella transizione energetica nel 2023 è stato quello saudita. Si tratta del più grande fondo sovrano al mondo, che da solo ha investito un quarto dei 125 miliardi di dollari complessivamente allocati dai fondi sovrani lo scorso anno. Mettendo insieme tutti i fondi sovrani delle nazioni del Golfo, finanziati soprattutto dai grandi proventi ottenuti con il petrolio, si arriva complessivamente al 40% di tutti i capitali gestiti da fondi di investimento intorno al mondo. E malgrado sia proprio l’industria dei combustibili fossili a generare la gran parte dei ritorni ottenuti da questi fondi d’investimento, non si può negare che una parte consistente venga investita nella transizione energetica.
L’Arabia Saudita si è dimostrata particolarmente interessata a finanziare i progetti di cattura diretta della CO2, ovvero dei sistemi che permettono di filtrare le emissioni inquinanti dei processi industriali -ad esempio la raffinazione del petrolio- e di conservare i gas serra al sicuro nei giacimenti esausti di petrolio e gas naturale. Le nazioni del Golfo ritengono che questa tecnologia sarà essenziale per compiere la loro transizione energetica, continuando a contare sui grandi proventi ottenuti dalla vendita di gas e petrolio ma formalmente abbattendo le emissioni domestiche di anidride carbonica. Molti fondi sono stati investiti anche per la nascita di un’industria dei veicoli elettrici in Arabia Saudita, finanziando sia la nascita di brand locali che l’apertura di stabilimenti da parte di grandi industrie straniere.
Taglio agli investimenti nel corso del 2023
Gli investimenti complessivi dei fondi sovrani nel corso del 2023 sono stati di circa $20 miliardi più bassi rispetto a quelli del 2022, quando la cifra spostata da queste istituzioni in un singolo anno era al di sopra dei $150 miliardi. Secondo Global SWF, il problema non sono i capitali: i fondi a disposizione ci sono, ma evidentemente è stato il sentiment dei gestori che ha portato a una diminuzione dei flussi di capitale investiti. La sostenibilità è uno dei pochi segmenti di investimento che mostra numeri in linea con quelli dell’anno precedente, anche grazie a tutti gli impegni finanziari che gli Emirati Arabi hanno preso nella direzione della transizione climatica in vista del COP 28. Molto interessante sottolineare anche che a breve ci sarà il nuovo fondo sovrano irlandese a unirsi a tutti gli altri, anche questo con una forte propensione agli investimenti in asset green.