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Irlanda, arrivano i fondi sovrani: €14 miliardi per il clima

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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L’Irlanda si prepara a lanciare due nuovi fondi sovrani, per investire una parte del gettito fiscale. La nazione nord europea vanta alcune delle migliori finanze pubbliche in Europa, al punto che ogni anno genera un surplus pari a circa il 2,6% del PIL. Il tutto insieme a un rapporto debito/PIL basso, attualmente intorno al 80%, e interessi sul debito nazionale ancora più bassi. Usare il surplus per ripagare il debito pubblico, di conseguenza, non è una priorità e il governo irlandese ritiene che ci siano le basi per trasformare la nazione in un grande investitore di calibro mondiale.

La nazione ha appena approvato due progetti per investire il disavanzo annuale, uno dei quali è più grande e di ampio respiro, mentre l’altro è di dimensioni più contenute e guarda specificamente agli investimenti sulla transizione climatica. Complessivamente si parla di investimenti per 114 miliardi di euro, non in grado di rivaleggiare il fondo sovrano norvegese ma comunque una grande svolta per le finanze irlandesi. Per una nazione che non abbonda di gas, petrolio o altre materie prime, questo è un risultato estremamente significativo e che potrebbe avere ottimi risvolti anche sulla sostenibilità climatica del paese.

presentazione della notizia su nuovi fondi sovrani irlandesi

Un fondo da €100 miliardi più ampio, uno da €14 miliardi per il clima

Il progetto irlandese prevede di liquidare l’attuale Rainy Day Fund e investire i 6 miliardi di euro di proventi su due nuovi fondi: €4 miliardi per il nuovo fondo sovrano di ampio respiro e €2 miliardi per il “fratello minore” dedicato alla transizione climatica. Il fondo più grande verrà alimentato con un minimo dello 0,8% del budget annuale irlandese, cioè circa 4,8 miliardi di euro ogni anno, dal 2024 al 2035. L’obiettivo è arrivare a costruire un portafoglio da 100 miliardi di euro, con una rendita media annua del 4%. Il governo potrà iniziare a utilizzare i proventi del fondo a partire dal 2040, ma senza mai intaccare il capitale iniziale. In questo caso non è previsto alcun vincolo riguardo al modo in cui il governo potrà fare uso dei proventi.

Il secondo fondo, più piccolo, vedrà contribuzioni annue di €2 miliardi dal 2024 al 2030. Dovrebbe arrivare così ad accumulare 14 miliardi di euro prima che i fondi possano essere spesi. In questo caso si investirà su strumenti di liquidità e a breve termine, con l’obiettivo di utilizzare i fondi per finanziare infrastrutture e iniziative per l’abbassamento delle emissioni di gas serra. L’obiettivo è arrivare a investire fino al 22,5% annuo del fondo, in iniziative altamente impattanti per la sostenibilità climatica dell’Irlanda e per il miglioramento delle infrastrutture. In caso di deterioramento significativo delle finanze pubbliche irlandesi, il governo potrà sospendere la parte di investimenti diretta verso le iniziative climatiche. Precedentemente nel corso del 2023, si era già deciso di azzerare l’IVA sui pannelli fotovoltaici.

foto di Dublino di notte
L’Irlanda ha saputo attirare l’attenzione dei grandi colossi internazionali, aumentando il suo gettito fiscale

Perché un fondo pubblico in questo momento?

L’Irlanda è diventata rapidamente la nazione preferita dalle grandi imprese internazionali che vogliono collocare la loro sede in Europa. La distanza geografica con gli Stati Uniti favorisce la posizione della nazione, che nel corso dei decenni ha anche incentivato molto questi investimenti attraverso politiche fiscali favorevoli. Attualmente, le società che hanno sede in Irlanda pagano il 12,50% di imposte sugli utili: non più il paradiso fiscale di una volta, ma pur sempre un’aliquota molto competitiva se paragonata a quelle di nazioni come Germania, Francia e Italia.

Al tempo stesso, l’Irlanda offre anche una grande quantità di talenti. Si tratta di uno dei paesi con il maggior numero di laureati in Europa. Come conseguenza di tutto questo, il gettito fiscale irlandese è aumentato di oltre sei volte nel corso degli ultimi dieci anni. Improvvisamente la nazione si ritrova con un grande surplus con cui finanziare la spesa pubblica o, qualora non fosse necessario, investire per migliorare lo stato delle finanze pubbliche ulteriormente sul lungo termine.

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