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Forex: attesa per CPI USA | UE, UK e Giappone presentano PIL
Sarà una settimana di Forex che, almeno secondo le aspettative dei principali analisti, non dovrebbe vedere grosse sorprese per le principali valute. Ci saranno i dati sull’inflazione USA, che però difficilmente cambieranno qualcosa sulle prossime decisioni sui tassi alle quali saranno chiamati i membri votanti del FOMC e dunque gli occhi non possono che essere puntati verso altri lidi, dai quali però arriveranno notizie assai scarne. Una settimana di calma piatta?
Non è detto, non necessariamente. I dati sull’inflazione, per quanto ci si aspetti che ci sia poco spazio per il loro discostamento dalle aspettative, potrebbero comunque imprimere un trend diverso a quello al quale abbiamo assistito da inizio anno. Tutto questo mentre la settimana sarà caratterizzata a Pechino dai festeggiamenti per il nuovo anno. Ci sarà poi da tenere in considerazione tutti i dati che arriveranno sul PIL, tanto dall’Europa quanto dal Giappone, dati che se peggiori delle aspettative potrebbero suonare la sveglia per Francoforte o rimandare ulteriormente l’impegno di Tokyo.
La settimana del Forex ruota intorno ai tassi USA
Il dato più importante in relazione al Forex sarà quello sull’inflazione USA. Ci si aspetta tra gli esperti e gli analisti una flessione sia dell’inflazione classica che di quella Core, anche se per quantità ancora modeste. Il ritorno verso il 2% sarà lungo e possibilmente doloro, con Fed che dovrà continuare a giocare sul filo della lama, tra il terrore di essere troppo restrittivi troppo a lungo e quello di offrire benzina a un possibile rimbalzo dell’inflazione.
A prescindere dai dati che arriveranno dagli USA, ci sarà da valutare anche quanto avverrà altrove. Ci saranno i dati sul PIL europeo, che ci si aspetta essere piuttosto modesti e certificazione di una situazione difficile sul piano economico e della crescita in Europa. Ci saranno poi anche i dati dal Giappone, anche questi relativi al PIL, per i quali ci si aspetta un rimbalzo rispetto ai pessimi dati con i quali era stato chiuso il 2023. Rimbalzo che però se non dovesse confermarsi di buona entità, renderebbe ancora più difficile per la Banca Centrale del Giappone un ritorno in territorio di tassi di interesse positivi. Evento che è stato già rimandato più volte e per il quale gli operatori del Forex nutrono ormai poche aspettative. Ritorno che, se e quando si verificherà, sarà comunque di entità tale da non poter colmare l’enorme divario in termini di tassi con le altre economie.
Ci saranno anche dati sul PIL che arriveranno dal Regno Unito, altra economia con una situazione piuttosto complicata, con BoE che ha già avvisato che senza toccare i tassi ci sarà probabilmente da affrontare una recessione di proporzioni difficili da valutare. Di dati dunque ce ne saranno, per quanto se dovessero rispettare le aspettative difficilmente saranno in grado di generare scossoni significativi.
Situazione che rimarrà incerta
Basti guardare al cambio di atteggiamento da parte dei principali operatori di mercato e dei principali analisti. Ci si aspettava un rallentamento da parte del dollaro e un’inversione di trend che poi non si è verificata. Inversione di trend che è stata inficiata da un Jerome Powell che è tornato a ruggire nei confronti dei mercati, ribadendo che difficilmente Federal Reserve si farà condizionare dall’anno elettorale.
Sarà l’orizzonte del ritorno al 2% a condizionare le prossime scelte di Federal Reserve. Ed è in questa ottica, in particolare guardando all’inflazione Core, che si dovranno attendere i dati che arriveranno martedì. Per il resto, ricordiamo ai nostri lettori che almeno in Europa il fronte dovish cresce e che le pressioni si faranno presto più importanti su una BCE a trazione forse più politica di quanto lo sia Federal Reserve.