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Forex: occhi su Washington e Tokyo | Banche pronte a decidere
Sul filo del rasoio. È questo il sentiment che domina ai due capi del mondo: da un lato Washington, dalla quale ci si aspettano a breve segnali che indichino la possibilità di iniziare con i tagli ai tassi di interesse, almeno in termini di discussione aperta e franca con il grande pubblico. Dall’altro Tokyo, che a marzo potrebbe già cancellare dalla faccia della terra l’ultimo degli esperimenti di tassi di interesse negativi. Esperimento che si è trascinato molto a lungo e che ora potrebbe finalmente arrivare alla sua ovvia conclusione.
Sul filo del rasoio perché in realtà non vi sono né da una parte né dall’altra indicazioni ancora chiare. Washington non potrà durare ancora a lungo, dicono analisti e mercati, Tokyo in realtà potrebbe essere più vicina alla svolta di quanto sarebbe lecito pensare, con l’incontro però di marzo di Bank of Japan che sarà dagli esiti ancora piuttosto incerti e che partirà da due basi, per i partecipanti, apparentemente troppo distanti per essere conciliate.
Yen intanto corregge, Dollaro in recupero
Dopo il grande boom della scorsa settimana, lo yen giapponese ha perso un po’ della sua forza, testimoniando ancora una volta la grande incertezza che sta dominando i mercati del Forex, mercati che ormai da settimane reagiscono in modo piuttosto violento e nervoso ad ogni minimo cambio di narrativa e di attese da parte dei mercati. L’opinione comune che aveva portato lo yen ad allontanarsi dalla soglia dei 152, ritenuta ormai da tempo quella di massimo allarme, era appunto quella del ritorno di Bank of Japan a tassi di interesse positivi già a marzo, nell’incontro che si terrà lunedì prossimo.
Attese che sembravano almeno in principio avere del fondamento, per quanto non si fosse ancora fatto un conteggio testa per testa e voto per voto. Conteggio che invece ci siamo preoccupati di fare e che sembrerebbe far emergere una sorta di equilibrio, con l’esito della riunione della prossima settimana che appare quanto mai incerto.
Stesso discorso per Washington. Nonostante sui giornali e sui mercati le pressioni stiano montando da tempo, non ci sono per ora novità di alcun tipo. Si è ormai sui massimi dei tassi di interesse da un paio di decenni da diversi mesi, e tenendo anche conto del lag con il quale certe decisioni si trasmettono ai mercati, potrebbe essere oggettivamente il momento giusto per iniziare a tagliare. Questo anche in virtù di un’economia che sta chiaramente rallentando e che rischia di schiantarsi durante il tentativo di soft landing che era apparso all’inizio fantascientifico e che poi invece si è fatto sempre più concreto.
Oggi i dati sull’inflazione
Alle 13:30 ora italiana verranno comunicati i dati sull’inflazione degli Stati Uniti d’America. Dati che si attendono vicini a quelli del mese precedente, con l’inflazione Core – la più importante in questa fase per Federal Reserve, che potrebbe perdere anno su anno lo 0,2% rispetto alla crescita precedente. Ovvero passare dal +3,8% al 3,6%. Se dovessero essere confermate le aspettative, si tratterebbe sì di una vittoria, ma di una vittoria di entità piuttosto limitata e di portata piuttosto ridotta, tale da non poter rendere chiara al 100% la direzione delle prossime decisioni di Federal Reserve.
E se le banche centrali non hanno una direzione chiara, figurarsi se potranno averla i mercati del Forex. Ci si aspetta comunque una discreta volatilità a ridosso della comunicazione dei dati, mai così importante come oggi per capire il futuro di Dollaro, Yen Giapponese e anche dell’Euro. Dati che però potranno avere comunque un impatto molto ridotto sul prossimo incontro del FOMC, per il quale ci si aspetta una non decisione, ovvero ancora attendismo da parte di Washington.