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Forex: settimana di decisioni a Washington e Londra

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Il mercato delle valute si prepara a una settimana che sarà densa di appuntamenti importanti per le principali divise sui mercati internazionali. Decideranno infatti sui tassi di interesse sia Federal Reserve durante la prossima riunione del FOMC in calendario per il 19-20 settembre, sia Bank of England in relazione al pound il prossimo 21 settembre. Se la decisione di Washington appare scontata, quella di Londra presenta più sfumature di quante ne abbia prezzate già il mercato.

Quel che è certo per gli investitori è che siamo già al punto di svolta che vedrà separarsi le politiche monetarie delle principali banche centrali. BCE ha optato per un ulteriore rialzo di 25 bps durante la settimana che si è appena conclusa, mentre altre sembrerebbero pronte a tornare a più miti consigli. Tokyo, intanto, si prepara per eventuali atteggiamenti hawkish che dovessero emergere non dalla decisione di Fed, ma dalla conseguente conferenza stampa di Jerome Powell. Di incertezza – anche se i mercati non sembrano avere alcuna intenzione di prezzarla – ce n’è a sufficienza per una settimana in arrivo interessante per il Forex.

Settimana clou per tassi e Forex

Decidono le principali banche centrali

La settimana che si aprirà il 18 settembre sarà una settimana densa di appuntamenti per il Forex. Il 20 settembre sarà comunicata la decisione del Open Market Committee federale in quel di Washington, che sarà chiamato con ogni probabilità a una pausa nel ciclo di politiche monetarie restrittive.

I dati raccolti dal Fed Watchtool di CME sono pressoché unanimi, con i mercati che sono certi dell’assenza di rialzi per questo ciclo. Come però spesso è accaduto nel corso delle ultime riunioni del FOMC, a tenere i mercati con il fiato sospeso sarà la conferenza stampa di rito tenuta da Jerome Powell.

Il giorno successivo, il 21 settembre, sarà chiamata a decidere sui tassi di interesse anche Bank of England, con una decisione che però sembrerebbe essere meno certa, anche in questo caso nonostante l’unanimità dei mercati nello scontare 25 punti base.

Siamo al bivio per le banche centrali principali

Le diverse situazioni delle due banche centrali

Federal Reserve può permettersi una pausa in attesa degli effetti di una lunga serie di rialzi che, secondo Jerome Powell e gli altri dirigenti della banca centrale statunitense, possono avere del ritardo nell’essere trasmessi all’economia reale. C’è il fondato sospetto che si sia già fatto abbastanza negli USA, dove le decisioni passate sono state certamente più tempestive e coraggiose rispetto alle controparti europee.

Non ci si aspettano però distensioni dovish da parte di Jerome Powell durante la conferenza stampa del 20 settembre: il governatore tornerà a ripetere che si guarderà ai dati, che le decisioni saranno prese riunione per riunione e che si è ancora lontani dal target, ricordando al tempo stesso che l’inflazione colpisce principalmente quelle fasce della popolazione che hanno minore reddito disponibile.

Parole che però potrebbero essere interpretate in senso hawkish dai mercati, in particolare se dovessero esserci più riferimenti a possibili rialzi futuri.

Dalle parti di BoE le posizioni non saranno unanimi. Durante l’ultima riunione gli aventi diritto di voto si sono distribuiti tra la volontà di una pausa e la volontà di imporre rialzi di 50 punti base, con l’ipotesi intermedia che ha finito per prevalere. I mercati questa volta credono che si tratterà di una decisione identica – e cioè che vedremo dei rialzi di 25 punti base, già completamente prezzati dai mercati.

Anche nel caso di questa decisione, a Londra si tratterà di un turning point, per utilizzare la corretta formulistica anglosassone. Se permarrà la forte divisione tra gli aventi voto, potremmo aver raggiunto il picco dei tassi a Londra, che in caso di rialzo saranno comunque al livello più alto da 15 anni a questa parte.

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