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Forte rendimento trimestrale per il fondo sovrano norvegese

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Il fondo sovrano norvegese da 1.400 miliardi di dollari, il fondo sovrano più grande del mondo, ha registrato venerdì 21 aprile un rendimento del 5,9% nel primo trimestre. Il guadagno ammonta a 893 miliardi di corone norvegesi (pari a più di 84 miliardi di dollari), grazie al rialzo dei mercati azionari dopo le ingenti perdite dello scorso anno, ha dichiarato la banca centrale.

Il vice direttore generale, Trond Grande, in un video pubblicato su LinkedIn, la piattaforma digitale impiegata principalmente nello sviluppo di contatti professionali e nella diffusione di contenuti specifici relativi al mercato del lavoro, ha dichiarato che il primo trimestre del 2023 è uno dei più forti che il fondo di investimenti abbia mai avuto.

Il fondo patrimoniale norvegese registra un utile trimestrale di 84 miliardi di dollari

Gli utili compensano parzialmente le perdite record dello scorso anno

Questo solido risultato cancella circa la metà della massiccia perdita di 653 miliardi di corone norvegesi (pari a 61,70 miliardi di dollari) subita dal fondo lo scorso anno a causa delle turbolenze legate all’inizio della guerra in Ucraina.

Il fondo sovrano norvegese, uno dei maggiori investitori al mondo, alla fine di marzo aveva un valore vertiginoso di 1.34 trilioni di dollari, ovvero quasi 245.000 dollari per ciascuno dei 5,5 milioni di abitanti della Norvegia.

Nonostante le turbolenze del mercato a marzo, dovute ai timori di una nuova crisi bancaria, i mercati azionari hanno dato la spinta maggiore al fondo patrimoniale, con un guadagno di quasi l’8%. Nel frattempo, il calo dei tassi di interesse ha favorito il portafoglio obbligazionario, che ha registrato un rendimento di quasi il 3%.

In un comunicato Grande ha affermato che il rialzo del mercato azionario è stato in gran parte guidato dal settore tecnologico e dei beni di consumo discrezionali. Tuttavia, il rendimento è stato inferiore di 0,06 punti percentuali rispetto all’indice di riferimento, ha dichiarato il fondo, che ha registrato rendimenti relativi annuali positivi dal 2009.

Il fondo, alimentato dai proventi della grande industria del petrolio e del gas di proprietà dello Stato norvegese, mira a finanziare la spesa futura del generoso welfare state (un concetto di governo in cui lo Stato svolge un ruolo fondamentale per il benessere economico e sociale dei suoi cittadini) e ha anche ricevuto 217 miliardi di corone (pari a 20,50 miliardi di dollari) in nuovi fondi governativi durante il trimestre.

Grazie ai proventi della grande industria, infatti, lo scorso anno la Norvegia ha registrato un introito record di 528 miliardi di corone norvegesi (50 miliardi di dollari) dal possesso diretto di licenze di petrolio e di gas. Il guadagno è più di cinque volte superiore all’ammontare solitamente incassato in un anno normale per il Paese. Questo risultato è stato raggiunto anche grazie alla posizione di maggior fornitore di gas naturale in Europa, dopo l’invasione russa in Ucraina.

Il fondo detiene partecipazioni in oltre 9.200 società in tutto il mondo, che rappresentano l’1,5% della capitalizzazione di mercato totale

Al 31 marzo, circa il 70% del portafoglio del fondo norvegese era detenuto in azioni (che hanno registrato un rendimento del 7,4% nel primo trimestre), mentre il 27,3% del patrimonio era investito in reddito fisso (gli investimenti obbligazionari hanno guadagnato il 2,7% nel periodo in esame), il 2,4% in immobili non quotati e lo 0,1% in infrastrutture di energia rinnovabile non quotate. Queste ultime sono scese rispettivamente dell’1% e del 3,8%.

La banca centrale norvegese gestisce il fondo, che possiede l’1,5% di tutte le azioni quotate a livello globale e ha partecipazioni in oltre 9.200 società.

Secondo una classifica stilata dal Sovereign Wealth Fund Institute (SWFI), una società globale che analizza i proprietari di beni pubblici come i fondi sovrani e altri investitori governativi a lungo termine, il fondo norvegese è il più grande al mondo, appena davanti alla China Investment Corporation e seguito da quelli di Abu Dhabi, Kuwait e Singapore.

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