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GBP in difficoltà contro il dollaro: tutti in attesa dei dati sul PIL
Quando i fondamentali tornano a farsi sentire, ecco che il dollaro americano riprende piede. Dall’apertura della sessione europea, USD guadagna terreno contro quasi tutte le principali valute, con DXY, l’indice di USD contro un paniere di valute forti, che torna verso la parte alta del canale. Nonostante in molti si siano affannati a dichiarare come conclusa la corsa del dollaro USA ci sono pur sempre i dati che arrivano dalle principali economie con le quali fare i conti.
Esempio cristallino di quanto affermato sopra è la performance di GBP, la sterlina inglese, sulla quale pesano le nubi di un rallentamento importante dell’economia, che potrebbe essere certificato ulteriormente dai dati sul prodotto interno lordo in arrivo per questa settimana. Se è vero, per riassumere, che sul piano tecnico la corsa del dollaro stia perdendo gas, è altrettanto vero che quando in campo tornano i fondamentali, sembra sia necessario un outlook più moderato, almeno per il medio e lungo periodo.
Sterlina giù a causa di preoccupazioni sull’economia
La sterlina inglese perde circa lo 0,30% nei confronti del dollaro. A complicare la questione per GBP sulle piazze internazionali sono i venti lassisti che spirano, per quanto non si possa affermare a alta voce, sulle prossime decisioni di Bank of England. Nonostante l’inflazione sia tutto fuorché battuta dalle parti di Londra, i mercati ritengono che si possa tornare a breve a politiche monetarie meno restrittive. Questo a causa di una situazione economica più che preoccupante, per la quale manca ormai soltanto la certificazione tecnica di una recessione.
Londra perde colpi almeno rispetto a Washington e questo oltre a essere preoccupante di per sé per quanto riguarda la sterlina, stringe ulteriormente il valico che Bank of England dovrà attraversare nel tentativo di riportare l’inflazione su livelli più vicini al target del 2%.
Una situazione che si scontra, almeno sul fronte dollaro USA, con la lettura tecnica della performance delle ultime settimane: tutti erano pronti a puntare su una lateralizzazione della divisa nazionale di Washington, se non fosse che i dati che arrivano dall’analisi fondamentale e che contribuiscono a crearla parlano un’altra lingua. La forza dell’economia statunitense continuerà a informare anche il Forex e, cosa più importante, continuerà a offrire a Federal Reserve più spazio di manovra.
Fed manda avanti i falchi
A aprire il classico giro di dichiarazioni dei governatori delle divisioni regionali di Federal Reserve è stato Neel Kashkari, che ha ricordato ancora una volta come si sia lontani da un ritorno alla normalità. Per corroborare la sua tesi, ha indicato come durante l’ultima riunione del FOMC nessuno abbia parlato della possibilità di tagli già nel 2024, mantenendosi così sulla posizione che è quella ufficiale anche di Jerome Powell.
Per quanto la reazione dei mercati sia stata quella di chi non crede granché alle parole pronunciate dai quadri di Fed, è questo il quadro all’interno della quale si giocheranno le più importanti battaglie sul mercato del Forex.
- I prossimi appuntamenti
Tolti gli interventi di Bailey, ci sarà da attendere i dati sul prodotto interno lordo del Regno Unito, che aiuteranno a tracciare le proiezioni per l’andamento futuro dell’economia britannica. In concomitanza saranno diffusi anche i dati riguardanti la produzione industriale, quando in Italia saranno le prime ore di venerdì 10 novembre.
Dati che non erano mai stati così a alta tensione per il mercato del Forex e che saranno più importanti delle dichiarazioni dei dirigenti di BoE, che dovranno cercare di segnalare ai mercati la volontà e la possibilità di intervenire con ulteriori rialzi dei tassi. Questo in un contesto nel quale la credibilità delle banche centrali, tutte, non è mai stata così in difficoltà.