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Germania, il risparmio energetico diventa legge ma “soft”
Berlino ha compiuto un passo significativo verso un futuro più verde questo giovedì, con la ratifica da parte del parlamento tedesco dell’Energy Efficiency Act. La legge rivoluzionaria, inizialmente proposta dal ministero dell’economia guidato dai Verdi, mira a introdurre regolamentazioni obbligatorie sul risparmio energetico. La riforma toccherà tutti i settori, e la Germania la ritiene essenziale per arrivare al raggiungimento degli obiettivi climatici fissati per il 2030. Ma non tutti hanno accolto con favore questa novità: i critici mettono particolarmente in discussione la difficoltà nel far applicare la nuova legge.
L’Energy Efficiency Act rappresenta un significativo passo avanti verso la consapevolezza ambientale, mirando a una riduzione del consumo energetico del 26,5% entro il 2030 rispetto ai dati del 2008. Questo impegno arriva in risposta alle crescenti preoccupazioni riguardo alla potenziale diminuzione delle forniture di gas dalla Russia, uno scenario che ha spinto il governo tedesco a instaurare soluzioni preliminari di risparmio energetico lo scorso anno. Tra queste misure c’era il divieto di riscaldamento per piscine private e la promozione dello smart working per ridurre il consumo energetico negli uffici. Questa nuova legislazione va oltre, trasformando una legge nata per arginare la crisi energetica in una per promuovere la sostenibilità ambientale.
Come funziona la nuova legge
La nuova legge parte dall’obbligo di fare il punto della situazione su ogni singola grande società. Le aziende saranno ora tenute a formulare strategie dettagliate di risparmio energetico. La legge non introdurrà azioni vincolanti, un punto su cui si è discusso molto: per i più favorevoli alle azioni pro-sostenibilità, il passo in avanti sarebbe dovuto essere più marcato. Essenzialmente la legge chiede di avere dei piani obbligatori per definire la strategia di risparmio energetico, senza definire quanta energia debba essere risparmiata o in che modo.
L’obiettivo sembra essere quello di fare un primo passo verso un quadro più ampio. In futuro è probabile che la legge introduca dei paletti più stringenti, guidando le imprese a fare dei passi in avanti concreti rispetto ai loro consumi di energia passati. Si guarda soprattutto a tre tipi di infrastrutture: gli edifici pubblici, i data center e le attività industriali ad alta densità energetica. Definire una strategia chiara per il risparmio energetico è sicuramente un primo passo, ma è anche da notare che non saranno introdotte multe o sanzioni di altro genere per le società che non seguiranno i loro stessi piani. Sembra che la nuova legge abbia uno scopo limitato sul fronte pratico, ma il parlamento tedesco è fiducioso sugli effetti.
Raggiungimento degli obiettivi in ritardo
Sebbene il consumo energetico della Germania nel 2022 abbia raggiunto il suo punto più basso dagli anni ’90, secondo l’Agenzia Federale per l’Ambiente, la nazione non ha raggiunto il suo obiettivo del 2020 di riduzione del consumo energetico del 20% rispetto al 2008. Il contesto europeo gioca anche un ruolo in questo, con l’Unione Europea che si è impegnata a marzo a ridurre il consumo energetico finale dell’11,7% entro il 2030 rispetto alle previsioni del 2020. Da notare che, in quella che può essere vista come una concessione agli interessi industriali, la legge approvata giovedì era una versione diluita della bozza originale presentata ad aprile. Questa versione modificata elimina gli obiettivi di risparmio energetico per le industrie e qualsiasi metrica di consumo oltre la scadenza del 2030.
Molti ritengono comunque non necessario fissare degli obiettivi nazionali, considerando che l’Unione Europea ha già definito dei paletti molto stringenti sui passi in avanti legati alla sostenibilità dei paesi membri, tra cui il recente giro di vite sul fast fashion. Forse è questo il motivo che ha spinto la Germania ad approvare una versione “soft” della legislazione proposta ad aprile, rimanendo nel quadro dell’obiettivo di lungo termine di raggiungere il net zero entro il 2050.