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Giappone e Arabia Saudita, accordo strategico su terre rare

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Giappone e Arabia Saudita stanno lavorando per un accordo strategico sulle materie prime, che vedrebbe le due nazioni unire le forze per lanciare una nuova campagna di esplorazione mineraria in paesi terzi. L’obiettivo sarebbe quello di trovare nuovi giacimenti di terre rare, come litio e nichel, che sono fortemente impiegate nello sviluppo di progetti legati alla green economy. In particolare sono le batterie al litio, necessarie per l’industria dei veicoli elettrici, che hanno bisogno di questi materiali. Sia Giappone che Arabia Saudita hanno poche materie prime di questo genere nei confini nazionali, e sono interessate a guardare altrove per trovare forniture.

Il Giappone arriva da una sconfitta industriale nel primo trimestre del 2023: per la prima volta, la nazione è stata superata come principale esportatore di automobili nel mondo. Con l’avvento delle auto elettriche, diventerà sempre più importante riuscire ad assicurarsi una fornitura stabile di litio e altri minerali essenziali per le batterie. Lo dimostra anche il fatto che Stellantis sia in una piena campagna di acquisizioni, e che gli Stati Uniti abbiano iniziato a concedere decisamente più facilmente alle società private i permessi per fare estrazione mineraria sul proprio territorio.

Giappone e Arabia Saudita hanno entrambe bisogno di trovare fonti di approvvigionamento stabili per i materiali con cui produrre le batterie al litio

L’accordo per esplorare nuovi orizzonti

Al momento Giappone e Arabia Saudita non hanno ancora stabilito i dettagli del proprio accordo. I dettagli saranno discussi nel corso della giornata di domenica, quando il primo ministro Fumio Kishida incontrerà in Arabia il Principe Mohammed bin Salman. Ci si aspetta che in questa occasione vengano effettivamente intavolati i negoziati per procedere con il nuovo progetto.

Per quanto riguarda i piani operativi, è probabile che Kishida ne parlerà già nella giornata di domenica durante il suo incontro con il segretario generale GCC Secretary General Jasem Al-Budaiwi. I due hanno già relazioni diplomatiche regolari, dal momento che il Giappone è uno dei maggiori importatori del petrolio prodotto in Arabia Saudita.

Al momento l’Arabia Saudita non ha ancora lanciato un piano nazionale su larga scala per la ricerca e l’estrazione di terre rare. Il sottosuolo locale è ricco di combustibili fossili, ma non altrettanto di litio o nichel. Dall’altra parte, il Giappone sta per lo più importando dalla Cina i materiali di cui l’industria locale ha bisogno per la produzione di batterie al litio. Da un punto di vista economico e geopolitico, questa non è decisamente la posizione ideale per le industrie nipponiche.

L’industria automotive giapponese, per non perdere competitività, deve assicurarsi di poter produrre un numero sufficiente di auto elettriche per arginare i produttori cinesi

Le necessità strategiche fanno pressione sui due paesi

Questo incontro dimostra anche il cambiamento del paradigma globale che stanno portando le auto elettriche all’interno della società. Il Giappone sta perdendo il ruolo di leader nella produzione di automobili e ha bisogno di trovare forniture di terre rare per assicurarsi di poter produrre un numero sufficiente di batterie al litio. Dall’altra parte l’Arabia Saudita è il leader de facto del cartello OPEC+, il leader degli esportatori di petrolio. Mano a mano che le auto elettriche diventano una parte sempre più importante del parco auto mondiale, il petrolio diventerà una commodity sempre meno richiesta.

Dall’altra parte, entrambe le nazioni sono limitate nella quantità di nichel, rame e litio che si trova nel proprio territorio. Con il cambiamento del mondo dell’automobilismo, sia il Giappone che l’Arabia Saudita hanno bisogno di cambiare a loro volta: il primo per poter rafforzare l’industria che ha trainato il settore manifatturiero nazionale negli ultimi cinquant’anni, la seconda per poter diversificare l’economia locale e non lasciare che sia interamente basata sul petrolio. Ma l’esplorazione mineraria è un processo costoso, lungo e non facile: per questo è vantaggioso per entrambe le nazioni raggiungere una partnership strategica, in modo da avanzare più rapidamente e in un modo più efficiente i progetti di sviluppo legati alle terre rare.

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