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Gli speculatori fanno la fila per i bond di Thames Water, il colosso dell’acqua inglese al tracollo
Tra i vari problemi che in questo momento affliggono l’economia inglese, ce n’è uno molto pratico che riguarda la distribuzione dell’acqua. Da molto tempo la gran parte dei servizi di distribuzione dell’acqua nel Regno Unito sono privatizzati, con Thames Water emersa come il più grande player del settore. Da alcune settimane, però, si parla del fatto che ormai l’azienda sia al tracollo: schiacciata dal peso di 15 miliardi di sterline in debiti, oltre che da una perdita netta su tutta l’acqua che viene processata e venduta ai consumatori finali, la società ormai è al capolinea. Secondo un report interno, sarebbe necessario aumentare di quattro volte il prezzo dell’acqua praticato ai clienti finali per permettere all’azienda di generare dei flussi di cassa positivi dalle proprie operazioni.
Il rating di Thames Water è stato tagliato a junk da tutte le principali agenzie di rating, ma in questo momento alcuni dei più grandi fondi speculativi americani stanno facendo la fila per comprare obbligazioni dell’azienda a un prezzo estremamente scontato. Grazie ai rumours secondo i quali sarebbe pronto un piano di salvataggio, con conseguente pagamento delle cedole promesse agli investitori, alcuni dei più importanti trader di Wall Street sono pronti a scommettere sul fatto che Thames Water -o chiunque dovesse acquisire l’azienda- non dichiarerà default sui pagamenti obbligazionari.
La scommessa di Wall Street sul salvataggio
Tra i nomi di chi sta comprando grandi quantità di obbligazioni Thames Water in questi giorni ci sono società molto prestigiose. Un esempio è Anchorage Capital, azienda famosa per aver generato $2 miliardi in profitti dall’acquisto di obbligazioni MGM in un momento in cui sembrava che la società fosse destinata alla liquidazione; un altro esempio è King Street, autrice di un trade estremamente lucrativo sulle obbligazioni di WeWork prima che l’azienda venisse salvata in extremis dall’intervento di Sequoia Capital. Altri fondi che stanno investendo sulle obbligazioni di Thames Water sono Sculptor, Polus, Sona e Casterbridge, tutti specializzati nelle operazioni che riguardano aziende vicine alla bancarotta.
Attualmente le obbligazioni di Thames Water vengono scambiate a 0,63 centesimi per sterlina, cioè a uno sconto del 37% rispetto al valore iniziale dell’emissione, proprio sulla base delle preoccupazioni che la società possa risultare insolvente. Questo significa che le obbligazioni hanno un rendimento potenziale molto elevato: se effettivamente venissero ripagate, i fondi che le stanno acquistando ai prezzi attuali potrebbero godere di cedole estremamente alte o potrebbero rivenderle a prezzo pieno. Considerando che la situazione dovrebbe andare verso un tracollo o una soluzione completa nel corso di poche settimane, l’orizzonte di tempo necessario per scoprire quale sarà l’esito è a brevissimo termine.
Rumours sul piano di salvataggio
Secondo quanto emerso nel corso degli ultimi giorni da fonti vicine ai fatti, le autorità inglesi avrebbero iniziato a mettere a punto un piano per salvare Thames Water senza nazionalizzarla. Attualmente l’ipotesi più accreditata è quella di “spezzettare” la società in tante unità di business di rilevanza regionale, che andrebbero poi vendute a concorrenti più piccoli di Thames Water che mostrano bilanci solidi. In questo caso è possibile che un lavoro di frazionamento ben progettato possa consentire alle acquisizioni di risultare profittevoli nel corso dei prossimi anni, con i compratori che potrebbero ripagare i bond della società acquisita. Al momento però non è chiaro se si stia pensando a un salvataggio alla “Credit Suisse”, in cui l’acquisizione porta con sé lo stralcio completo delle obbligazioni emesse prima dell’acquisizione.