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Gli USA premono sull’Unione Europea per ritardare l’entrata in vigore della legge sulla deforestazione
Gli Stati Uniti chiedono che l’Unione Europea rimandi l’entrata in vigore della legge sulla deforestazione che dovrebbe venire applicata a partire dal 1 gennaio 2025. Questo è un tema su cui si continua a discutere sia dentro che fuori dall’UE, dal momento che riguarda tutta la filiera mondiale di materie prime agricole. Secondo quanto riportato da Reuters, la celebre agenzia di stampa avrebbe avuto accesso a una lettera confidenziale con la quale gli USA chiedono di rimandare l’applicazione della normativa anti-deforestazione. Questa direttiva europea, che prevede una serie di paletti sia interni che esterni, vede nel suo fulcro principale il divieto di importare prodotti che provengano da aree deforestate dopo il 2020.
La lettera presenterebbe la richiesta di rimando in seguito alla constatazione del fatto che i maggiori esportatori statunitensi di prodotti agricoli non sono ancora pronti per poter certificare l’origine della propria produzione. Questa è in gran parte una colpa dell’Unione Europea, dal momento che fino a questo momento non sono state predisposte piattaforme, sistemi di tracciamento o altri strumenti che permettano in modo chiaro di capire quali siano i documenti da presentare per poter passare l’iter di importazione. La stessa lamentela, la scorsa settimana, era stata presentata dalla più grande associazione europea di importatori di cereali.
Probabile il rimando o la cancellazione
Quando paesi come Indonesia, Vietnam, Costa d’Avorio e Brasile hanno fatto notare all’Unione Europea le difficoltà oggettive nel tracciare la provenienza dei prodotti importati, l’UE non è stata a sentire. Ora che sono gli Stati Uniti a chiederlo, però, è probabile che la voce a Bruxelles venga ascoltata. Gli USA esportano grandi quantità di prodotti come soia e grano verso l’Unione Europea, ma la legge anti-deforestazione va a toccare molte altre commodities agrarie: prodotti come olio di palma, carne, gomma, caffè e biodiesel che provengono da tutto il mondo. Complicare troppo il sistema di importazione non significa soltanto rendere difficile la vita ai produttori, ma rischiare che i prezzi nel mercato europeo saettino a causa delle mancate importazioni.
La Segretaria del Commercio statunitense, Gina Raimondo, ritiene che in questo momento il mercato non sia semplicemente pronto per riuscire a soddisfare le richieste europee. Per le aziende che verranno trovate in violazione delle normative anti-deforestazione si parla di multe fino al 7% sul fatturato prodotto nell’Unione Europea, per cui il rischio di non seguire le regole può costare caro. La Commissione Europea ha già chiarificato che la lettera è autentica e ha comunicato di star pensando alle misure da prendere come conseguenza.
Un tentativo di influenza all’estero
L’obiettivo delle normative anti-deforestazione sarebbe quello di evitare che i consumatori europei vadano a pesare su problemi come la deforestazione in Amazzonia e in Indonesia, cercando dunque di costringere i produttori locali ad adattarsi. Molti paesi, come gli Stati Uniti, hanno fatto promesse volontarie per impegnarsi a combattere il problema ma non hanno poi seguito le parole con i fatti. Di conseguenza l’UE ha provato a prendere il timone della situazione, ma l’implementazione fino a questo momento è stata criticata da tutti: produttori stranieri, importatori europee ed esperti del settore. Con il nuovo parlamento europeo che vedrà una presenza molto ridotta dei partiti verdi, la possibilità che la legge venga stracciata completamente non è da escludere.