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Gli USA produrranno idrogeno verde con centrali nucleari

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Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha annunciato una misura da 7 miliardi di dollari per finanziare la ricerca e l’innovazione nel campo dell’idrogeno verde. Ci sono diversi lati di questo investimento che possono portare a importanti innovazioni scientifiche, con l’obiettivo di trasformarle poi in processi industriali che possano contribuire ad abbassare i costi della produzione. Tra le iniziative più interessanti c’è la conversione dell’utilizzo di alcune centrali nucleari negli Stati di New York, Arizona, Minnesota e Ohio. L’obiettivo è quello di utilizzare l’energia prodotta da queste centrali per scindere le molecole di acqua in ossigeno e idrogeno, arrivando così alla produzione di idrogeno a basse emissioni inquinanti. L’energia nucleare, anche se non rinnovabile, è considerata una delle meno inquinanti in assoluto.

Saranno complessivamente quattro le centrali nucleari soggette a questi test. Verrà utilizzato un reattore da 2 MW realizzato da GH Power, che oltre all’energia proveniente dalle centrali nucleari avrà bisogno soltanto di acqua e alluminio riciclato. GH Power ha lavorato su questo tipo di reattore per oltre 7 anni, e ci sono grandi attese riguardo alla possibilità di utilizzarlo per abbassare drasticamente il costo di produzione dell’idrogeno verde. Molti analisti parlano di questo come il “decennio dell’idrogeno”, e forti investimenti stanno arrivando da tutte le principali economie. Proprio in questi giorni, in India è stato annunciato un singolo progetto da oltre $3 miliardi dedicato proprio alla produzione di idrogeno verde. Anche la Cina sta investendo fortemente in questa direzione, mentre l’Europa rimane al momento indietro nella corsa all’abbattimento dei costi e allo sviluppo di nuovi progetti.

Gli Stati Uniti stanno cercando di raggiungere il più velocemente possibile un prezzo di produzione dell’idrogeno verde che sia in grado di giustificarne l’uso al posto dell’idrogeno grigio e del gas naturale

GH Power si fa largo con la sua tecnologia

I reattori ideati da GH Power sono a emissioni zeri e sono dei netti produttori di energia per il consumatore finale. Significa che, teoricamente, sono in grado di fornire più energia sotto forma di idrogeno verde rispetto a quella che viene fornita inizialmente come input. Questo è il risultato di un approccio molto innovativo alla produzione di idrogeno verde, che normalmente richiede soltanto acqua ed energia elettrica. In questo caso, invece, si tratta di un sistema che integra una componente di alluminio. Questa componente permette una reazione chimica all’interno del reattore che libera energia, la quale si somma a quella fornita direttamente tramite corrente elettrica, per formare un mix di composti diversi. Il primo e più importante è ovviamente l’idrogeno verde, ma non è il solo.

Utilizzando questo ingegnoso sistema, il reattore di GH Power produce calore -che può essere impiegato a scopi industriali e per la produzione di vapore con cui alimentare turbine- e ossido di alluminio. L’ossido di alluminio è un materiale impiegato nella produzione di fari a LED e soprattutto nella fabbricazione di batterie al litio: considerando la forte concorrenza tra i costruttori di EVs per poter mettere le mani sulle commodities necessarie, questo è un grande vantaggio economico per GH Power. Stando alla presentazione per gli investitori diffusa dalla società, tutto questo sistema sarebbe in grado di produrre idrogeno verde a costi compresi tra 1 e 2$ per chilo, nettamente al di sotto della media di 5$ per chilo ottenuta con la normale elettrolisi. Inoltre il costo di produzione dell’ossido di alluminio sarebbe di $1.25 per chilo, contro una media dell’industria di 8.60$ per chilo.

Gli Stati Uniti stanno gradualmente riducendo la quota di energia nucleare nel loro mix energetico, ma la possibilità di riconversione verso la produzione di idrogeno verde offre nuove prospettive

Una tecnologia che promette grandi cambiamenti

GH Power è ancora una società molto piccola, che sta cercando di emergere sulla scenda nord-americana. L’azienda ha sede in Canada, dove ha già inaugurato un primo reattore sperimentale dalla capacità di 1 MW. Questa operazione condotta con successo ha dato lo slancio per procedere con un progetto molto ambizioso: quello di scalare il suo impianto fino a produrre 27 MW di potenza, tutta a partire da elementi sostenibili. I reattori sono modulari, per cui possono essere installati in serie per ottenere una produzione maggiore -un po’come avviene con i pannelli solari-. La società sta pianificando una produzione 11.700 tonnellate di idrogeno verde annuale nei suoi impianti, e i fondi ricevuti per lo sviluppo del progetto nelle centrali nucleari americane fornirà liquidità utile per gli investimenti necessari.

Solo questo singolo progetto da 27 MW sarebbe in grado, attraverso il suo output, di prevenire 1.2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. Questo calcolo effettuato direttamente da GH Power si basa sull’equivalente di emissioni necessarie per produrre la stessa quantità di energia utilizzando il carbone, per cui è da notare che l’impatto è effettivamente meno grande quando si valutano delle alternative come il gas naturale. In ogni caso, GH Power ritiene di poter arrivare a un costo di produzione estremamente basso per l’idrogeno verde. Il tutto aiutando anche a riciclare alluminio di scarto in qualcosa di direttamente utile per il mondo dei veicoli elettrici, altro grande contribuente alla decarbonizzazione. La tecnologia è indubbiamente promettente, ma non è l’unica società che ha divulgato numeri ottimisti sul suo futuro: bisognerà scoprire se GH Power sia effettivamente capace di raggiungere i risultati promessi agli investitori.

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