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Goldman Sachs: esagerata la paura per default dell’Egitto

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Goldman Sachs e Pictet Asset Management hanno espresso opinioni ottimiste riguardo alla situazione egiziana, che in questo momento preoccupa i mercati per la stabilità dell’economia globale. L’Egitto è fortemente indebitato, non soltanto in valuta locale: la nazione ha grandi debiti internazionali sia denominati in dollari, sia denominati in yuan. Quando il governo egiziano si è trovato costretto a fare i conti con tassi troppo alti negli Stati Uniti, infatti, la nazione si è rivolta al mercato dei panda bonds per ricevere nuovi finanziamenti dagli investitori cinesi.

Ora c’è un dubbio sulla capacità della nazione medio orientale di onorare i propri debiti, anche considerando la situazione difficile in cui si trova l’economia. Da oltre un anno a questa parte, l’inflazione egiziana è aumentata a dismisura causando un aumento significativo del costo della vita. La popolazione non ha visto i redditi aumentare nello stesso modo, per cui molti hanno dovuto rinunciare allo stile di vita che avevano prima. Tutto questo ha portato a un calo dell’attività economica, e non è tutto qui. Ora il governo di Cairo vede diminuire drasticamente i ricavi generati dal canale di Suez, per via degli attacchi Houthis alle navi cargo che attraversano il mar Rosso al largo delle coste dello Yemen.

La crisi inflattiva egiziana non accenna a fermarsi nemmeno nel 2024

I colossi di Wall Street calmano le acque

In mezzo a così tante difficoltà, molti investitori istituzionali hanno iniziato a vendere bond egiziani e i prezzi dei credit default swap, strumenti utilizzati per assicurarsi contro il caso d’insolvenza di un emittente di obbligazioni, sono in pieno rally. Non tutti, però, la pensano nello stesso modo. Kamakshya Trivedi, capo delle strategie Forex e dei tassi d’interesse presso Goldman Sachs, rimane fiducioso. Ha dichiarato pubblicamente che il rischio di default prezzato attualmente dai mercati è troppo alto rispetto al reale rischio che l’Egitto non riesca a onorare i propri debiti, quantomeno sul breve e medio periodo. Anche Mary Therese Barton, capo delle strategie di investimento in obbligazioni presso Pictet, la pensa nello stesso modo.

Non soltanto queste due voci molto autorevoli di Wall Street ritengono che non ci sia un rischio così elevato di default come quello implicitamente prezzato dai mercati. Ritengono addirittura che i bond egiziani in questo momento siano una buona opportunità, proprio perché il rendimento è fomentato da una paura generale che per il momento non sembra essersi materializzata in niente di concreto. Entrambi gli economisti hanno anche fatto riferimento al fatto che quest’anno i tassi della Federal Reserve dovrebbero iniziare a scendere, facilitando l’accesso delle nazioni emergenti al mercato dei capitali. Se dunque ci fosse bisogno di un’iniezione di liquidità, Cairo avrebbe più probabilità di riuscire a vendere nuovi bond per ripagare i debiti in scadenza.

La posizione geografica dell’Egitto lo rende particolarmente esposto a un allargamento del conflitto in Israele

La situazione finanziaria egiziana traballa

Malgrado l’ottimismo delle due banche d’investimento, non si può fare a meno di notare che la situazione finanziaria egiziana sia difficile in questo momento. Per i primi tre mesi del 2024 sono previsti pagamenti di obbligazioni per un totale di $3.3 miliardi, mentre le riserve di valuta estera ammontano attualmente a $35 miliardi. Questo sembrerebbe indicare una situazione stabile, ma la gran parte di queste riserve di valuta estera sono in realtà prestiti di paesi confinanti, come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Con la situazione geopolitica in Medio Oriente che si fa sempre più intricata, i mercati scontano anche il rischio di un ampliamento dei conflitti armati nella zona che eventualmente potrebbero avere ricadute economiche molto pesanti per l’Egitto.

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