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Google: arrivano altri tagli. Sindacati protestano
Centinaia di licenziamenti da Google, che secondo quanto è stato riportato da CBS News avrebbe licenziato diversi impiegati nelle divisioni hardware, voce e ingegneria. Si tratta di un più ampio programma di tagli tesi a ridurre i costi operativi del gruppo della grande G, che nel frattempo si prepara ad affrontare due contesti nuovi e imprevedibili: da un lato una situazione economica complessiva complessa e a tratti preoccupante per gli USA e a livello globale; dall’altro la necessità di maggiori investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale, che ha visto per il momento la rivale Microsoft conquistare lo scettro della società più avanzata come posizione nel settore, almeno tra le big.
Una situazione che porterà con ogni probabilità Microsoft a stabilizzarsi sopra Apple come società dalla più alta capitalizzazione di mercato su scala globale e che aiuta a comprendere quale sarà il nuovo scenario all’interno del quale dovrà, per forza di cose, dovrà operare anche Google. Tutto questo in una situazione economica che ha spinto anche Amazon, recentemente, a tagliare diverse posizioni.
Tagli agli… umani per far posto all’AI?
Il piano è ampio e prevede una riduzione dei costi che era stata in realtà già largamente anticipata dalla dirigenza. Già circa un anno fa si era parlato della necessità, per Alphabet / Google, di ridurre nel complesso la forza lavoro del 6%, una percentuale che ammonta a circa 12.000 addetti. Tagli che continuano ad arrivare all’interno di una più ampia riorganizzazione anche di alcuni reparti.
Si tratta di tagli ai costi che con ogni probabilità sono almeno in parte dettati dalla necessità di liberare impegni economici a favore di ulteriori investimenti nell’Intelligenza Artificiale, per una corsa che potrebbe essere quella definitoria per il prossimo ciclo del settore tech. Una corsa che, come abbiamo visto poco sopra, in realtà è dominata in larga parte da Microsoft, alla quale i mercati hanno riconosciuto di essersi mossa con largo anticipo e con investimenti costosi ma mirati.
Nel frattempo però i licenziamenti innescano la reazione di Alphabet Workers Union, che parla di un ulteriore giro di tagli assolutamente non necessario, a danno di chi lavora duro per permettere alla compagnia di offrire ottimi prodotti, nonostante tra le altre cose l’azienda continui a generare profitti. E l’associazione annuncia anche una lotta senza quartiere fino a quando i posti di lavoro non saranno al sicuro.
Non è chiaro per il momento se ci saranno altri tagli e quali saranno le proporzioni complessive della forza lavoro di Google una volta che questi saranno terminati. Non è chiaro neanche quali potrebbero essere le conseguenze di uno scontro con sindacati aziendali che hanno minacciato appunto ritorsioni.
I tagli del settore tech
In realtà siamo all’interno anche di un ciclo di tagli per tutto o quasi il settore tech. Hanno tagliato parti consistenti della propria forza lavoro Spotify, Meta, ma anche Amazon, in un contesto economico che comanda massima prudenza da tutti i player, per grandi o piccoli che siano.
Nel mezzo tante storie umane, che almeno i sindacati non vorrebbero trasformare in una questione di mosse cicliche e anti-cicliche. La combinazione dei due fattori di cui sopra, AI e necessità di ridurre i costi, difficilmente però faranno invertire il trend di breve periodo.
Questo mentre i dubbi su un soft landing esistono ancora e mentre arrivano dati dall’inflazione forse non terribili ma che segnalano comunque la necessità di un cammino lungo, fatto di tassi ancora alti e di un mercato che dovrà, per forza di cose, adeguarsi.