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Governatore BoE: inflazione ancora persistente e ostinata

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Andrew Bailey, governatore della Banca d’Inghilterra, ha voluto commentare pubblicamente la situazione dell’inflazione nel Regno Unito dopo la pubblicazione degli ultimi dati nella mattinata di martedì. Le parole del governatore non sono state di incoraggiamento per chi spera in una discesa dei tassi: soprattutto alla luce delle ultime rilevazioni, è diventato probabile che la Bank of England dovrà continuare sulla via dei rialzi. Stando alle parole di Bailey, per questa estate bisogna attendersi un’inflazione ostinata e difficile da combattere che rimarrà ancora alta. Il Governatore cerca comunque di non gettare benzina sul fuoco, rifiutando l’ipotesi di una spirale prezzi-salari.

Attualmente il tasso di inflazione in Inghilterra ha trascorso otto degli ultimi nove mesi al di sopra del 10%. Si tratta del valore più alto tra i paesi del G7, al pari con l’Italia. Mentre il nostro Paese può soltanto affidarsi alla lungimiranza della Banca Centrale Europea, però, la Bank of England rimane totalmente responsabile per le politiche monetarie con cui puntare a ridurre la pressione sui prezzi. Da notare che il target di lungo periodo, per la Bank of England, è del 2% annuo. Un obiettivo che sembra ancora molto lontano, soprattutto dopo i dati di oggi.

Mentre il mercato del lavoro continua a generare un numero record di occupati, sembra che la strada per un calo dell’inflazione sia ancora lunga

Dati sull’inflazione superiori alle attese

Per la prima volta in nove mesi, il tasso di inflazione nel Regno Unito ritorna al di sotto del 10%. Questa è essenzialmente l’unica notizia incoraggiante per la Bank of England dopo i dati della mattinata di martedì, dal momento che l’indice dei prezzi al consumo è comunque sceso meno delle attese. Gli analisti avevano previsto una lettura del 8,3% per il paniere generale dell’inflazione e del 6,2% per l’indice che esclude cibo e beni energetici. I dati effettivamente pubblicati sono stati invece del 8,7% e del 6,8% rispettivamente, segnalando che il calo del tasso di inflazione è più lento rispetto alle previsioni.

Per la banca centrale, la sfida più complicata rimane quella di abbassare il tasso di inflazione sui beni di prima necessità. Proprio il mese scorso, i generi alimentari hanno segnato un record: l’aumento dei loro prezzi su base annua è stato il più alto degli ultimi 40 anni. Se da una parte sia la Bank of England che il Fondo Monetario Internazionale sono ora concordi nel dire che il Regno Unito non dovrebbe entrare in recessione nel corso del 2023, dall’altra parte la situazione è complicata per Bailey e i suoi. Le critiche del governo per la gestione della politica monetaria da parte della banca centrale non aiutano, con i cittadini che perdono fiducia riguardo a un veloce e duraturo rientro dell’inflazione elevata di questi mesi.

Il grafico mostra l’andamento del tasso di inflazione nel Regno Unito nel corso degli ultimi 5 anni

Bailey rigetta l’idea della spirale prezzi-salari

Il governatore della Bank of England tiene a precisare che, secondo le sue analisi, l’economia del Regno Unito non si può ancora definire in una “spirale” di prezzi e salari. Questa è una dichiarazione su cui diversi analisti hanno avuto da ridire, soprattutto considerando che prezzi e stipendi sono effettivamente in aumento da mesi. Quando si verifica una situazione di questo genere, i lavoratori domandano salari più alti per far fronte al costo della vita in aumento; l’aumento dei salari fa sì che i consumatori possano continuare a mantenere un’alta domanda di beni e servizi, che a sua volta provoca un aumento dei prezzi.

Il circolo vizioso generato da queste due forze è molto difficile da contrastare, motivo per cui la banca centrale cerca di rassicurare i mercati. Dall’altra parte, però, sembra che gli investitori stiano prezzando nel cambio tra sterlina e altre valute un sempre più probabile aumento dei tassi di interesse. Attualmente il valore della sterlina inglese riflette il 100% di probabilità che la Bank of England decida di aumentare i tassi di 25 punti base nella prossima riunione sulla politica monetaria, e il 50% di probabilità che per novembre i tassi siano 100 punti base più alti rispetto al loro livello attuale.

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