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Hamas e Israele cercano accordo a Doha. Mercati oro, petrolio e azioni in attesa

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La stampa statunitense lo chiama il vertice dell’ultima chance. Si parla della serie di incontri che sta avvenendo a Doha e che è partita ieri, 15 agosto. Una serie di incontri tra Israele e Hamas, con l’intermediazione di diversi paesi e che potrebbe produrre effetti importanti anche sui principali mercati finanziari, in particolare su quello delle materie prime. Dopo una prima giornata di discussioni e incontri, dalla stampa USA traspare un certo ottimismo per il raggiungimento di un cessate il fuoco che sarebbe il primo a quasi un anno dall’inizio delle ostilità.

Per la mediazione, oltre agli Stati Uniti, è stato attribuito un ruolo fondamentale a Egitto e Qatar almeno in questa prima fase che dovrebbe portare – almeno secondo i desideri di tutti i convenuti, ad una prima bozza per la cessazione – per quanto temporanea, delle ostilità. Da seguire, in parallelo con l’andamento delle trattative, i prezzi di oro, gas naturale e petrolio, che sono stati tutti – nel corso dei 314 giorni del conflitto, condizionati appunto dalle evoluzioni nella Striscia di Gaza.

Richieste per ora irricevibili?

Tra il dire e il firmare c’è sempre di mezzo il mare, soprattutto quando si parla di un potenziale cessate il fuoco all’interno di una situazione così complessa. Da parte di Hamas, che non ha rappresentanti all’interno delle trattative e che ha affidato a terzi le proprie richieste, la condizione di base è il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, seguita eventualmente da un’interruzione delle ostilità. Secondo quanto è stato riportato dalla stampa statunitense, i vertici di Hamas sono comunque presenti a Doha, pur non partecipando direttamente alle trattative.

Anche secondo la stampa israeliana le trattative sarebbero partite con il piede giusto, per quanto sia comunque difficile intendere l’andamento di certi scambi, che fanno parte di tentativi di risoluzione piuttosto complessi.

Dopo aver battuto record su record, l’oro ha corretto in modo importante dopo le notizie sulle vendite retail negli USA e, complice anche un possibile (ma lento) ritorno alla normalità da quelle parti, ha faticato a riguadagnare i livelli fatti registrare nella giornata di ieri.

I futures sul petrolio, nonostante i dati arrivati dalle principali economie parlino di un buono stato di salute generale, si apprestano a chiudere una settimana di calo importante, con il prezzo al barile WTI per i futures a più vicina scadenza che è inferiore ai 77$.

Per il gas serviranno invece evoluzioni chiare in un altro conflitto, quello tra Ucraina e Russia, che pur sta vivendo un momento di grande accelerazione e dunque di preoccupazione che si riversa sul prezzo del gas naturale.

Occhi puntati su ogni minimo passo in avanti

I colloqui continueranno oggi e i mercati terranno gli occhi puntati su qualunque notizia arriverà da Doha, che è appunto il teatro dell’ennesimo tentativo di soluzione, per quanto temporanea, di un conflitto che interessa anche le principali borse e i principali scambi.

Nel frattempo lo shekel israeliano prova a recuperare i livelli di prezzo di luglio, con una progressione che sta procedendo di pari passo con le notizie (positive) che arrivano da Doha.

Nelle prossime ore dovrebbero arrivare segnali più chiari riguardo la possibilità che si proceda ancora con le trattative. La preoccupazione principale dei mercati è che si arrivi, come già accaduto in passato, a dei bruschi stop.

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