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I membri del G7 fissano nuovi obiettivi per le rinnovabili
I ministri del Gruppo dei Sette (G7), il forum intergovernativo composto dai sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta (ossia Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America) si sono incontrati domenica 16 aprile a Sapporo, una città settentrionale del Giappone.
In quest’occasione i ministri hanno deciso di fissare nuovi grandi obiettivi collettivi per l’energia solare e la capacità eolica offshore, concordando di accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili per facilitare una più rapida eliminazione dei combustibili fossili.
Più solare ed eolico offshore e meno combustibili fossili
I ministri del G7 concludono domenica due giorni di incontri sul clima, l’energia e la politica ambientale nella città settentrionale giapponese di Sapporo.
In questa occasione, il ministro canadese delle Risorse naturali, Jonathan Wilkinson, ha dichiarato che l’azione per il clima e gli sforzi per la sicurezza energetica si completano a vicenda. Nonostante inizialmente si pensasse che l’azione per il clima e quella per la sicurezza energetica fossero potenzialmente in conflitto, le discussioni che si sono avute e che si riflettono nel comunicato dimostrano che in realtà lavorano insieme, ha aggiunto.
Nel mezzo di una crisi energetica senza precedenti, è importante trovare misure per affrontare il cambiamento climatico e promuovere allo stesso tempo la sicurezza energetica, ha confermato il ministro dell’Industria giapponese Yasutoshi Nishimura in una conferenza stampa.
Pur riconoscendo che esistono diversi percorsi per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio, i rappresentati dei sette Paesi hanno concordato sull’importanza di puntare a un obiettivo comune verso il 2050, ha aggiunto.
Tuttavia, i ministri non hanno approvato la scadenza del 2030 per l’eliminazione del carbone, richiesta dal Canada e da altri membri, e hanno lasciato aperta la porta a continui investimenti nel gas, affermando che il settore potrebbe contribuire a risolvere potenziali carenze energetiche.
Al momento, infatti, le fonti di combustibile rinnovabili e la sicurezza energetica hanno assunto una nuova urgenza a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Nel comunicato, i membri dei sette Paesi più ricchi si sono impegnati ad aumentare collettivamente la capacità eolica offshore di 150 gigawatt entro il 2030 e la capacità solare di oltre 1 terawatt. I ministri hanno, infatti, concordato di accelerare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili non abbattuti, ovvero la combustione di carburanti fossili senza l’utilizzo di tecnologie per catturare le emissioni di diossido di carbonio che ne derivano, per raggiungere lo zero netto nelle emissioni nei sistemi energetici entro il 2050 al più tardi.
Per quanto riguarda il carbone, invece, i Paesi hanno concordato di dare priorità a quelli che sono stati definiti passi concreti e tempestivi, come parte dell’impegno assunto lo scorso anno di raggiungere almeno un settore energetico “prevalentemente” decarbonizzato entro il 2035.
Il Canada è stato chiaro sul fatto che l’energia elettrica a carbone non smaltita dovrebbe essere eliminata entro il 2030, e Ottawa, la Gran Bretagna e alcuni altri membri del G7 si sono impegnati a rispettare questa data, ha detto Wilkinson all’agenzia di stampa Reuters. Gli altri stanno ancora cercando di capire come poter raggiungere l’obiettivo nei tempi previsti, ha aggiunto.
Per esempio, il Giappone, Paese ospitante, che dipende dalle importazioni per quasi tutto il suo fabbisogno energetico, vuole mantenere il gas naturale liquefatto (GNL) come combustibile di transizione per almeno 10-15 anni.
A tal proposito, Dave Jones, il responsabile del data insights presso il think tank energetico Ember (ovvero un gruppo di esperti impegnato nell’analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo economico e politico, che utilizza intuizioni basate sui dati per spostare il mondo verso l’elettricità pulita), ha dichiarato che si spera che questo accordo rappresenti una sfida per il Giappone, per il quale l’eolico offshore è la parte mancante del puzzle che potrebbe vedere il suo settore energetico decarbonizzarsi molto più rapidamente di quanto pensi.
Di recente, infatti, le aziende giapponesi e i gruppi che si occupano di clima hanno invitato il governo del Paese a intensificare l’introduzione delle energie rinnovabili e ad adottare rapidamente una tariffazione del carbonio al fine di affrontare il riscaldamento globale.
Per il momento, tuttavia, i membri del G7 hanno affermato che gli investimenti nel settore del gas possono essere appropriati per affrontare le potenziali carenze del mercato provocate dalla crisi in Ucraina, se attuati in modo coerente con gli obiettivi climatici.