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JCI esorta il Giappone a superare la crisi climatica

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Written by Chiara Ricciato
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Le aziende giapponesi e i gruppi che si occupano di clima mercoledì 12 aprile hanno invitato il governo del Paese a intensificare l’introduzione delle energie rinnovabili e ad adottare rapidamente una tariffazione del carbonio al fine di affrontare il riscaldamento globale.

La Japan Climate Initiative (JCI), un’alleanza di aziende, governi locali e ONG, ha lanciato il messaggio in vista della riunione dei ministri del clima del Gruppo dei Sette (G7) che si terrà il 15 e 16 aprile a Sapporo, in Giappone, per discutere degli sforzi per affrontare il cambiamento climatico.

immagine di presentazione della notizia sulla richiesta al governo giapponese di aumentare le rinnovabili e introdurre il carbon pricing
La JCI e altre 303 organizzazioni hanno esortato il governo giapponese ad accelerare l’introduzione delle rinnovabili e adottare un’efficace tariffazione del carbonio

Le richieste: intensificazione delle rinnovabili e tariffazione del carbonio

In una dichiarazione che è stata approvata da 303 organizzazioni, la JCI ha dichiarato di aver esortato il governo giapponese a superare la crisi climatica e la crisi energetica accelerando l’introduzione delle energie rinnovabili e adottando tempestivamente una tariffazione del carbonio altamente efficace.

Per raggiungere l’obiettivo, concordato lo scorso anno dal G7, di decarbonizzare tutto o la maggior parte del settore energetico entro il 2035, il Giappone dovrebbe adottare misure appropriate e attuare riforme normative per incentivare le energie rinnovabili, è stato aggiunto.

Inoltre, il governo è stato esortato a sostenere un più rapido sviluppo dell’energia eolica offshore e l’installazione obbligatoria della produzione di energia solare nei nuovi edifici.

La transizione verso l’energia pulita è particolarmente importante per la nazione asiatica, la terza economia mondiale, in quanto dipende in modo critico dalle importazioni per la maggior parte del suo fabbisogno energetico, compreso il petrolio e il GNL.

Il Giappone mira a ridurre le emissioni del 46% rispetto ai livelli del 2013 aumentando le energie rinnovabili nel suo mix di elettricità al 36%-38%, il doppio rispetto ai livelli del 2019. Tuttavia, i suoi alleati del G7, come Canada, Germania, Regno Unito e Italia, hanno già raggiunto gli obiettivi giapponesi per il 2030, e si prevede che le energie rinnovabili rappresenteranno la maggior parte della fornitura di elettricità negli Stati Uniti e nei quattro Paesi entro il 2035, ha dichiarato la JCI.

Un essenziale carbon pricing

Nel frattempo, il Paese sta cercando di proteggere le comunità dal riscaldamento e nei giorni precedenti si è impegnato a ridurre le emissioni.

In Giappone, infatti, le temperature sono in aumento e l’estate si sta avvicinando rapidamente. A Osaka, le temperature hanno raggiunto i 25 °C il 22 marzo, un record per quel periodo dell’anno. Tottori, nel sud-ovest, ha raggiunto 25,8 °C lo stesso giorno, il valore più alto degli ultimi 140 anni, secondo il climatologo Maximiliano Herrera.

La nazione è già soggetta a disastri naturali come terremoti, tsunami e tifoni. Le infrastrutture sicure hanno mantenuto la popolazione al sicuro per la maggior parte del tempo. Tuttavia, il cambiamento climatico significa che le comunità sono spesso colte di sorpresa, in quanto i sistemi sono stati progettati per le condizioni meteorologiche del passato.

immagine di una lampadina su un terreno con simboli di fonti di rinnovabili
Le organizzazioni chiedono anche che gli sforzi delle aziende verso la decarbonizzazione siano adeguatamente riconosciuti a livello internazionale

A tal proposito, Kim Cobb, direttore dell’Istituto Brown per l’Ambiente e la Società, ha affermato che se si spinge la rete elettrica, progettata per il XX secolo, in un nuovo secolo di riscaldamento e di temperature estreme, allora si deve considerare se il sistema energetico e il sistema sanitario sono davvero progettati per un pianeta che si riscalda.

Di fatto, lo scorso anno scorso sono stati battuti più di 200 record di temperatura nelle città di tutto il Paese, mandando in tilt le reti energetiche e portando oltre 71.000 persone in ospedale per un colpo di calore nei mesi da maggio a settembre. I pazienti erano per lo più anziani, ma anche un discreto numero di bambini e adulti di mezza età sono stati ricoverati, secondo i dati del governo. Ottanta persone sono morte.

Inoltre, il riscaldamento del clima può anche contenere più umidità, aggiungendo inondazioni e frane alle previsioni estive, eventi che purtroppo il Giappone vede con sempre crescente frequenza.

Con i termometri che stanno già salendo e l’uso di combustibili fossili che alimenta il cambiamento climatico che continua a crescere in tutto il mondo, quindi, il Giappone è destinato a un’altra estate soffocante e a un rischio crescente di inondazioni e frane. Nel breve termine, infatti, il peggioramento del tempo rimane purtroppo una minaccia.

In quest’anno fiscale, comunque, il Paese del Sol Levante sta appunto introducendo un sistema di tariffazione del carbonio in fasi successive, combinando lo scambio di emissioni e un’imposta sul carbonio per incoraggiare le aziende a ridurre l’inquinamento. L’’imposta, però, sarà introdotta solo a partire dall’anno fiscale 2028/29 sugli importatori di combustibili fossili.

Per questo motivo, la JCI ha anche affermato che lo Stato dovrebbe introdurre il carbon pricing prima e in modo più efficace, in modo che gli sforzi delle aziende verso la decarbonizzazione siano adeguatamente riconosciuti a livello internazionale. Infine, l’associazione ha inoltre chiesto di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, come l’energia a carbone.

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