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I Treasuries chiudono il mese migliore dal 2008 a oggi

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I bond americani hanno chiuso il loro mese migliore dal 2008 a oggi: un boom legato a diversi fattori, tra cui la crescita delle preoccupazioni geopolitiche e l’attesa di tassi d’interesse più bassi nel corso del 2024. Malgrado proprio alla fine del mese ci siano stati dei riscontri che possono fare cambiare la direzione del trend a dicembre, novembre rimane il miglior mese degli ultimi 15 anni. I rendimenti sono scesi di oltre 60 punti, e la Federal Reserve per il momento continua a non dare segni di voler aumentare i tassi d’interesse nelle prossime riunioni di politica monetaria.

Da notare che l’exploit rialzista dei Treasuries è arrivato in un momento particolare, cioè dopo un periodo di oltre due mesi in cui il loro valore continuava a scendere e i più grandi fondi di Wall Street stavano vendendo allo scoperto le obbligazioni statunitensi. Sembra che la situazione si sia completamente ribaltata e che ora tutti i grandi fondi stiano o coprendo le loro posizioni di vendita allo scoperto o addirittura ribaltandole, puntando su un rialzo dei bond USA.

Segnali incoraggianti dalla Fed nelle ultime settimane

I rendimenti e i prezzi delle obbligazioni tendono naturalmente a seguire le previsioni sui tassi d’interesse della banca centrale. Questo è esattamente quello che è successo nel corso di novembre: in due occasioni, dei membri del board della politica monetaria della Fed hanno aperto la porta a possibili tagli d’interesse nel corso del 2024. Il Governatore Waller, in particolare, ha suggerito che dopo una serie di rialzi così veloci nel corso degli ultimi due anni si potrebbe arrivare a un momento in cui la Fed dovrebbe abbassare i tassi altrettanto velocemente. I mercati hanno subito reagito molto forte a questo annuncio, con i rendimenti dei Treasuries in picchiata fino alla fine del mese .Attualmente i mercati prezzano un 50% di probabilità che la Fed possa tagliare i tassi d’interesse già a maggio del prossimo anno.

C’è anche da ricordare il fatto che nel corso di novembre i mercati hanno visto aumentare il rischio geopolitico, tra la guerra Israele-Hamas e l’annuncio dei budget militari per il prossimo anno da parte di Russia e Stati Uniti. Come sempre il rischio geopolitico porta gli investitori a scegliere degli asset meno rischiosi, come possono appunto essere i Treasuries. Ora rimarrà da vedere cosa succederà nell’economia reale, dal momento che in ultima analisi sarà sempre l’andamento del tasso di inflazione a determinare la linea della Fed.

Il grafico mostra il rendimento dei bond decennali negli USA nel corso degli ultimi 5 anni

Possibile un cambio di tendenza a dicembre

Proprio parlando dell’andamento dell’economia reale, gli ultimi dati sembrano suggerire che l’economia americana stia ancora andando con il vento in poppa. Gli ultimi dati importanti sono arrivati proprio stamattina, quando l’indice PCE è rimasto in linea con le attese al 3,5%. L’indice PCE è stato utilizzato molto dalla Fed come metro di misura per il tasso d’inflazione nel corso degli ultimi due anni, e misura il tasso reale di inflazione basato sulle spese tipiche di un consumatore americano. Il mese precedente l’indice PCE si era attestato al 3,7%: per quanto sia sceso, il calo è stato molto contenuto.

Nel frattempo sono usciti anche i dati sul PIL del terzo trimestre, i più attesi della settimana in corso. Le previsioni di Wall Street erano di un +4.9% su base annua, mentre il dato attuale è stato del +5.2%. L’economia americana potrebbe continuare a vedere una crescita forte nel corso dei prossimi mesi, rallentando la discesa dell’inflazione e arrivando a una situazione in cui la Fed potrebbe non riuscire ad abbassare i tassi. Molto dipenderà anche dal comparto energetico, che fino a qui ha trainato la discesa del tasso d’inflazione negli USA.

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