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Idrogeno verde: gli USA investono $7 miliardi per 7 hub

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Importante mossa verso l’idrogeno verde per gli Stati Uniti, che hanno annunciato un investimento record da 7 miliardi di dollari. Si tratterà di un partenariato tra pubblico e privato, con l’obiettivo di creare 7 grandi centri regionali (H2hubs) per la produzione di idrogeno a partire da fonti rinnovabili. Il progetto fa parte di un piano voluto dall’amministrazione Biden, che prevede $50 miliardi di investimenti complessivi nel settore privato di cui una gran parte destinata proprio alla transizione climatica. I fondi proverranno dalle risorse previste all’interno della Infrastructure Law, un progetto bipartisan che intende creare una rete di cooperazione per la sostenibilità tra il governo federale, i produttori privati e gli utilizzatori finali di energia e combustibili rinnovabili.

Stando ai dati divulgati dal Dipartimento dell’Energia, l’impatto di questi 7 centri regionali dovrebbe essere importante soprattutto per le industrie difficili da de-carbonizzare. Si parla ad esempio della produzione di ceramica e di cemento, e in generale di tutti quei processi industriali per i quali oggi si ritiene essenziale l’utilizzo di gas naturale. Secondo i dati aggiornati nel 2022, queste industrie rappresentano il 30% delle emissioni totali di anidride carbonica da parte degli Stati Uniti.

Risparmiate 25 milioni di tonnellate di CO2 all’anno

Il nuovo progetto è pensato per avere un duplice impatto: da una parte quello sull’ambiente, dall’altra quello sull’economia. Guardando alla componente ambientale, i sette nuovi H2hubs dovrebbero complessivamente produrre una quantità di idrogeno verde sufficiente a risparmiare 25 milioni di tonnellate di CO2 emessa nell’atmosfera ogni anno -se si fa il paragone con una quantità paritetica di energia prodotta dal carbone-. Si tratta dell’equivalente di 5,5 milioni di auto a benzina, per una produzione complessiva di 3 milioni di metri cubi di idrogeno verde all’anno.

Il piano è importante anche per sostenere l’economia delle comunità che ospiteranno i nuovi hub di produzione regionali. Si parla addirittura di decine di migliaia di posti di lavoro, considerando sia gli impieghi diretti che l’indotto lungo tutta la supply chain. Per assicurare il massimo impatto economico, il governo federale preveda che le imprese destinatarie dei fondi debbano investire la stessa cifra di tasca propria. In questo modo sale a $14 miliardi l’impatto diretto dei nuovi investimenti, ma considerando anche l’indotto il Dipartimento dell’Energia stima che complessivamente saranno mobilitati 50 miliardi di dollari.

Per il momento, l’annuncio riguarda esclusivamente la messa a disposizione dei fondi. Nel corso dei prossimi mesi saranno decise le imprese destinatarie, e si deciderà quando investire in ciascuno di essi. Plausibilmente ci vorranno 2-3 anni prima che i nuovi H2hubs siano operativi.

Malgrado l’entusiasmo, si continua a discutere la legge che definisce i parametri esatti per definire l’idrogeno come “verde”

Idrogeno sempre più importante nella Bidenomics

L’amministrazione Biden ha fatto della sostenibilità climatica uno dei suoi cavalli di battaglia, e l’idrogeno verde sta rapidamente diventando una delle principali aree d’investimento per il Dipartimento dell’Energia. Proprio il vertice del Dipartimento, Jennifer M. Granholm, ha sottolineato nel comunicato stampa che ha accompagnato la notizia dei nuovi fondi l’importanza di investire su questo settore. Ha sottolineato che non soltanto si tratta di una forma di energia pulita e rinnovabile, ma è anche producibile in qualunque area degli Stati Uniti: il governo ha la possibilità di destinare i fondi verso le aree che hanno più potenziale, ma anche maggiore bisogno di fondi pubblici.

Sempre il Dipartimento dell’Energia, di recente, ha annunciato il suo atteggiamento favorevole verso l’idrogeno nucleare. Guardando ai luoghi candidati per i nuovi H2hubs, però, non sembra che ci sia alcun collegamento con le centrali nucleari. L’amministrazione ha già deciso che un hub sarà costruito in Texas, uno in California e uno sugli Appalachi. Gli altri quattro centri produttivi saranno contesi tra 2 o 3 stati: quello centrale tra Minnesota, North Dakota e South Dakota; quello centro-atlantico tra Pennsylvania, Delaware e New Jersey; quello del Midwest tra Illinois, Indiana e Michigan e infine quello Pacifico tra Washington, Oregon e Montana.

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