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Il colosso delle scuole private in Cina non paga i bond: gli investitori chiedono la liquidazione
Ancora problemi e ancora default per la Cina. Questa volta non si parla del mercato immobiliare, ma di quello delle scuole private: XJ International, un colosso della formazione in Cina, rischia di chiudere per sempre. Tre settimane fa, l’azienda ha mancato un pagamento sui suoi bond internazionali dal valore di $324 milioni. Sono stati intavolati dei negoziati con gli obbligazionisti per trovare una strada verso la ristrutturazione del debito, ma a quanto pare il dialogo non è servito: gli investitori americani chiedono la messa in liquidazione della società, che potrebbe ritrovarsi a chiudere già nei prossimi giorni.
XJ International è una grande realtà della formazione privata, che opera dalle scuole professionali fino alle Università. L’azienda è nata nel 2007 e ha potuto approfittare pienamente del boom della domanda di educazione secondaria durante il miracolo economico cinese, affermandosi come uno dei player più accreditati per formare talenti da reclutare nelle grandi multinazionali. Come altre società cinesi, però, ha cercato di espandersi a una velocità troppo alta facendo affidamento su una quantità insostenibile di debito. La situazione ora è diventata insostenibile e gli obbligazionisti stranieri non sono disposti a credere in un miglioramento dei fondamentali.
Dal default alla liquidazione
All’inizio di marzo, XJ International ha mancato il suo primo pagamento di bond internazionali. Sono tante le aziende cinesi finite in default nel corso degli ultimi anni, a partire da Evergrande arrivando fino al recente caso di Vanke, il secondo costruttore più grande del paese. Se però i pagamenti venivano mancati su bond nazionali, solitamente gli investitori cinesi -attraverso la mediazione delle cariche istituzionali- accettavano un piano di ristrutturazione; nei casi che hanno coinvolto grandi default su debiti internazionali, è molto più raro che si sia dimostrata la stessa pazienza. XJ International ha ricevuto l’ufficiale richiesta di messa in liquidazione nella giornata di oggi, per cui presto potrebbe scoppiare un caso internazionale per la messa sotto pignoramento degli attivi dell’azienda.
A guidare la cordata di investitori che chiedono la restituzione del proprio capitale è Bank of New York Mellon, attraverso la sua filiale di Hong Kong. La banca ha ricevuto l’incarico di rappresentare gli obbligazionisti, che nel complesso detengono il 49,1% delle obbligazioni convertibili totali emesse da XJ International. Il prezzo delle azioni non è arrivato a toccare il punto sperato, che avrebbe permesso agli obbligazionisti di convertire i bond in azioni; quando hanno chiesto che la società pagasse gli interessi e restituisse il capitale preso in prestito, si è scoperto che la liquidità in cassa non sarebbe stata sufficiente per concludere l’operazione.
300.000 studenti colpiti dalla vicenda
Il presidente della società ha biasimato le condizioni del mercato, con l’economia cinese che non sta più crescendo al suo ritmo pre-pandemia, ma anche le politiche industriali cinesi. Attualmente XJ International ha 20.000 dipendenti e 300.000 studenti, che da un momento all’altro potrebbero vedere sequestrate le strutture scolastiche. Per il momento, il presidente di XJ, Zhang Bing, ha dichiarato che la petizione non avrà effetti sull’offerta educativa dell’azienda e che le lezioni continueranno ad andare avanti come previsto. Detto ciò è molto difficile che nuovi studenti decidano di iscriversi, considerato l’alto rischio che le operazioni debbano essere sospese a breve. Gli obbligazionisti hanno dichiarato che il management non ha presentato alcun piano concreto per rientrare del debito contratto, per cui il 19 giugno è prevista la prima udienza in tribunale.