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Il Kosovo avvia un progetto per un impianto solare da 150 MW

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Un gruppo di investitori internazionali e locali ha dato il via ai lavori di costruzione di un impianto solare da 150 MW nella parte occidentale del Kosovo. È quanto è stato annunciato venerdì 19 maggio dal primo ministro kosovaro Albin Kurti, mentre il Paese balcanico cerca di ridurre la sua dipendenza dal carbone.

Il consorzio Solar Energy Group Europe (SEGE), la prima azienda nei Balcani che combina la tradizionale tecnologia moderna con l’agricoltura tradizionale al fine di produrre energia solare, prevede di avviare la produzione entro 12 mesi. L’impianto non beneficia di alcun incentivo governativo e tutta la produzione dovrà essere venduta sul mercato aperto.

Il Kosovo si impegna nella transizione energetica avviando un progetto per un sistema agrivoltaico da 150 MW

Verso la riduzione della dipendenza dal carbone

Più del 90% della produzione energetica nazionale in Kosovo proviene dal carbone e solo il restante 10% proviene invece dalle energie rinnovabili, principalmente da quella eolica.

Il Paese è ricco di lignite, un carbone tenero la cui bassa concentrazione di energia si traduce in una grande emissione di inquinanti quando viene bruciato. Secondo i dati ufficiali, il Kosovo possiede la quinta più grande riserva mondiale di lignite, che si stima essere pari a 12-14 miliardi di tonnellate.

La stragrande maggioranza dell’energia elettrica è prodotta da sole due vecchie centrali termoelettriche a lignite, conosciute come Kosovo A e Kosovo B, che hanno tra i quattro e i sei decenni di età. Questi due impianti a carbone hanno attualmente una capacità di produzione fino a 880 MW e sono tra gli stabilimenti più inquinanti d’Europa. A causa della loro tecnologia obsoleta, inoltre, devono essere spesso chiusi per riparazioni, costringendo il Paese povero a importare costosa elettricità.

Fortunatamente, il governo attuale ha affermato di essere molto concentrato sul settore energetico e si sta impegnando a porre fine all’uso del carbone entro il 2050.

Il Paese Balcanico si avvicina a un futuro più verde

Il primo ministro Kurti ha dichiarato che appena la scorsa settimana è stata lanciata la prima asta per impianti solari da 100 MW, con la speranza di attrarre investitori offrendo terreni pubblici e un contratto di acquisto dell’energia di 15 anni.

Venerdì, invece, SEGE, che è una sussidiaria del gruppo Rockland con sede in Libano, un investitore nella produzione di energia solare che opera in 16 Paesi, ha iniziato la costruzione del sistema agrivoltaico, ovvero un sistema di produzione agricola e fotovoltaica realizzate sul medesimo terreno. Questo verrà costruito su terreni di proprietà dello Stato in base a un accordo di locazione di 28 anni e l’intero terreno sotto l’array solare sarà utilizzato per il pascolo, con l’obiettivo di esportare prodotti di allevamento nei mercati di Germania e Austria, secondo quanto è stato riportato sul sito web della società energetica.

Il Paese balcanico sta cercando di ridurre la sua dipendenza dal carbone, che costituisce più del 90% della produzione energetica nazionale, investendo sull’energia solare

L’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione dell’impianto saranno curati dal gruppo tedesco Siemens Energy AG, una società specializzata in attrezzature e servizi per l’energia, nata dal ramo della precedente divisione Gas and Power di Siemens Group, una multinazionale tedesca e la più grande azienda manifatturiera industriale in Europa.

La produzione annua dell’impianto è stimata a più di 243.000 megawattora (MWh), ha dichiarato l’azienda sul suo sito web, aggiungendo che la produzione energetica sarà venduta all’estero dall’operatore di trasmissione energetica del Kosovo, KOSTT.

Durante una cerimonia per la costruzione dello stabilimento vicino alla città sudoccidentale di Gjakova, Kurti ha affermato che, sfruttando il potenziale delle energie pulite, il Kosovo sta aprendo la strada verso un futuro più verde e rispettoso dell’ambiente.

Nei Balcani, anche la Serbia si sta impegnando a eliminare gradualmente l’uso del carbone entro il 2050, secondo un disegno di legge sulla ratifica di un prestito di 300 milioni di euro ottenuto dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (European Bank for Reconstruction and Development, EBRD). Il Paese, infatti, stabilirà le tappe per lo smantellamento delle centrali termiche entro il 2030 e adotterà un piano nazionale per l’energia e il clima entro la fine dell’anno, che prevede anche un obiettivo di oltre il 45% di energie rinnovabili nel mix di produzione di elettricità entro il 2030.

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