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Il mondo con il fiato sospeso: inflazione USA a cascata su Yen, Yuan e Euro. Tutte le decisioni del Forex
Sarà una settimana ad alta tensione per tutto il mercato del Forex. Il posizionamento hawkish di diversi in Federal Reserve, unito all’arrivo dei dati sull’inflazione USA e alla decisione di BCE sui tassi è tutto ciò che serve per un’altra settimana di forte incertezza e possibilmente di ulteriore volatilità sui mercati. Non che le cose vadano granché meglio nel Lontano Oriente. Pechino, alla riapertura dei mercati di lunedì, dovrà prendere una decisione di grande importanza in termini di sostegno (o non sostegno) alle quotazioni dello yuan onshore. Tokyo invece vivrà altri giorni di passione, con le contrattazioni che si riapriranno ancora una volta molto vicine a quota 152 contro il dollaro USA.
I dati sul mercato del lavoro, forte a metà ma comunque ancora a sufficienza da scacciare tagli dei tassi, non hanno certo aiutato a sviluppare un outlook chiaro per la settimana che ci aspetta. Una settimana che non potrà che essere di grande apprensione in particolare per la principale delle economie mondiali, alla quale è legata la valuta di riferimento per tutto il mercato del Forex. Tanti se, tanti ma, e in ultimo la possibilità che si allunghino ancora i tempi per i tagli ai tassi, questione che però preoccupa più Europa, Cina, Giappone e altre economie minori che Washington.
Tutto si decide a Washington? Non esattamente, ma…
Si parla così tanto e così di frequente di quanto ci si aspetta in termini di inflazione USA che la sensazione è che sia Washington in ultimo a decidere le sorti delle altre valute. È vero in parte: un dollaro forte non può infatti che esercitare delle pressioni importanti verso le altre valute. Al tempo stesso però la settimana che si aprirà tra poche ore vedrà sul campo almeno tre decisioni di grande rilevanza per euro, yen e yuan.
La prima sarà a Francoforte: BCE deciderà il prossimo giovedì sui tassi. La decisione appare come scontata: si rimarrà ai tassi attuali, con le orecchie e gli occhi che saranno puntati (e non potrebbe essere altrimenti) sulla conferenza stampa che accompagnerà la decisione. I tagli, almeno a Francoforte, arriveranno a giugno ed è questo che i mercati hanno già prezzato. Difficile aspettarsi grosse sorprese.
La seconda sarà, anche se precedente in ordine temporale rispetto a quella di Francoforte, a Pechino. Le massime autorità monetarie della Repubblica Popolare saranno chiamate tra poche ore a decidere se sostenere lo yuan, in forte difficoltà, oppure se consentire una svalutazione controllata. Anche qui le pressioni sono opposte: l’economia cinese dell’export potrebbe giovarsi di uno yuan più fiacco. Al tempo stesso però la stabilità del cambio rimane uno dei mantra di Pechino, in particolare per i potenziali effetti a cascata su un mercato dei bond già in difficoltà.
La terza sarà a Tokyo, e non avrà scadenza. Tutti, noi compresi, hanno ripetuto allo sfinimento che superare la soglia dei 152 innescherebbe un intervento da parte di Bank of Japan. Intervento che per ora non si è ancora verificato ma che potrebbe arrivare proprio questa settimana, soprattutto nel caso in cui i dati sull’inflazione USA dovessero essere peggiori delle aspettative.
Consenso su un rialzo dell’inflazione, meglio sarà la Core
Il consenso è comunque su un rimbalzo dell’inflazione CPI anno su anno, con la Core che però potrebbe perdere 1 o 2 decimi percentuali. Di fatto movimenti molto lenti, di quelli che non piacciono a Federal Reserve e che stanno dando manforte alle posizioni dei falchi all’interno del FOMC.
La speranza dei mercati a questo punto è per una lettura più morbida o comunque non superiore a aspettative che non sono ancora un granché. E sono anche, con ogni probabilità, le speranze di Francoforte, Pechino e Tokyo, che stanno soffrendo in modo importante la forza del greenback.